I cento passi
Voto
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Scheda del film
Genere Drammatico – Italia, 2000, durata 114 minuti.
Regia di Marco Tullio Giordana. Un film Da vedere 2000 con Luigi Lo Cascio, Luigi Maria Burruano, Lucia Sardo, Paolo Briguglia, Tony Sperandeo.
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Consigliato:
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Il giovane
Peppino Impastato (
Luigi Lo Cascio), in pieno periodo degli Anni di Piombo,
come una priorità assoluta da sconfiggere a tutti i costi. Fonda una
radio privata per dare sfogo alla sua
denuncia nei riguardi di
Cosa Nostra, tanto da “infastidire” le attività illecite dei boss del suo paese (Cinisi), tra cui lo
zio Tano (Tony Sperandeo). Ma lui non si arrende. Va avanti, anzi…oltre, a tal punto che attraverso un’imboscata la mafia decide di farlo fuori e
spacciare l’assassinio per un suicidio.
L’evento avrebbe sicuramente destato attenzione alla comunicazione giornalistica se non fosse per la contemporaneità di un altro fatto di cronaca importante: il ritrovamento del corpo di Aldo Moro.
Il film diretto dal noto regista Marco Tullio Giordana rientra nella cineteca “must” inerente il filone mafia raccontato nel cinema.
Ma la bravura del regista è completata dalla bravura dell’attore protagonista Luigi Lo Cascio che è molto abile a interpretare ruoli siciliani specie sul tema Mafia. Ricordiamo, infatti, una delle sue recenti interpretazioni ne “Il Testimone” dove ha recitato il ruolo di Totuccio Contorno, socio di Buscetta.
La frase emblema che dà il nome al film è la seguente:
“Lo sai chi ci abita qui? U’ zu Tanu ci abita qui! Cento passi ci sono da casa nostra, cento passi…vivi nella stessa strada prendi il caffè nello stesso bar, alla fine ti sembrano come te…e invece sono loro i padroni di Cinisi!
“
Nel film ci sono altri attori di un certo calibro che hanno dato il giusto contributo: Luigi Maria Burruano nei panni di Luigi Impastato (il papà di Peppino), Tony Sperandeo (il boss Tano Badalamenti), Claudio Gioè e Antonino Bruschetta.
Si tratta di un film di impegno civile che si assume il compito di ricordarci che la lotta a quel complesso fenomeno che passa sotto il nome di mafia non appartiene a una classe sociale specifica ma è dovere di tutti indipendentemente dall’appartenenza politica. E, in particolare modo, notiamo che la parentela viene accantonata per sconfiggere questo cancro. Infatti Peppino non ha timore di mettersi contro il padre e soprattutto contro lo zio Tano.
Dal punto di vista dell’interpretazione, il cast scelto per questa pellicola è ad alto livello; riescono a trasmettere le giuste emozioni allo spettatore dando la giusta enfasi.
Essendo, inoltre, un film che si rifà ad un fatto realmente accaduto possiamo affermare che la trama regge e non presenta alcuna sbavatura. Piacevole anche il riscontro storico con il momento del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro.
Alessandro Testa