Un centralino del 911, un’unica ambientazione, una chiamata angosciante, una corsa contro il tempo un protagonista imperante: Jake Gyllenhaal.
“The guilty “ è un thriller di novanta minuti, che getta lo spettatore in un climax ansiogeno.
Asger Holm, il nostro protagonista, è un agente di polizia, schiacciato da un passato inconfessabile e, per questo, relegato al centralino per le chiamate d’emergenza.
Il punto di partenza di The Guilty è proprio una telefonata: una donna disperata chiama, lasciando intuire di esser stata rapita e portata via dai suoi figli.
Questa richiesta d’aiuto terrà l’agente Holm legato alla sedia del suo ufficio, intento a risolvere, con ogni mezzo, la difficile situazione.
Un film, da non perdere proprio perché la sua particolarità è quella d’essere interamente ambientato in un ufficio ed affidato alla maestria di un solo attore: sullo schermo, infatti, vediamo solo Asger.
Il susseguirsi di scene ci trasmette tutta l’ansia che egli sta vivendo, la sua frustrazione e la sua determinazione nel voler aiutare la donna che lo ha chiamato a tutti i costi ma, solo tramite altri, perché egli è bloccato in una stanza.
Il telefono squilla incessantemente e tutte le energie di Holm sono concentrate nella soluzione di questo misterioso caso che ad ogni chiamata palesa un indizio in più.
La tensione non si vede, ma brucia sulla pelle
E proprio questo è il punto di forza del film: far “sentire” la suspence senza utilizzare immagini esplicite, vivide sullo schermo, concentrando tutta l’attenzione sulle parole pronunciate alla cornetta.
Ed è il gioco di vittima e carnefice che rende “The Guilty” particolarmente affascinante. Infatti, niente è come sembra.
Minuto dopo minuto ci troviamo davanti ad continuo ribaltamento di aspettative.
“The Guilty “ è, infatti, un thriller in cui la verità viene fuori un pezzetto alla volta, tenendo incollato lo spettatore allo schermo, mentre aspetta, con trepidazione, una nuova telefonata della donna, della polizia stradale, del collega dell’agente l’unico che, fuori dall’ufficio, può fare concretamente qualcosa.
Nella pellicola, il protagonista dovrà scontrarsi non solo contro il rapitore e contro il tempo, ma, soprattutto, dovrà lottare contro sé stesso.
Il tema dominante della vicenda, quello vero, è nel titolo del film: “la colpa.”
Una colpa che diventerà la spinta morale, la vera via verso la salvezza…
a cura di Giulia Petillo