“Straccali di parole” è il titolo dalla valenza allegorica dell’Opera Prima di poesie di Andrea Genovali, già affermato scrittore viareggino. Una prova in chiave lirica multisfaccettata e pervasiva, il cui impatto emozionale trova la sua più alta espressione nelle liriche d’amore, intrise di contenuti fortemente evocativi.
Il percorso lirico coinvolge in itinere il lettore, in un crescendo di sensazioni carezzevole e fruibili, in cui l’autore chiama in soccorso Calliope per dar forma a pensieri e sentimenti, a volte pudicamente sussurrati ed alternati ad attimi di passione, che si rivela nella sua intensità.
La presenza rassicurante di una “lei” con la quale condividere un microcosmo in cui magicamente diventano più sostenibili persino le criticità che caratterizzano il quotidiano; attimi fuggenti regalano icastici fotogrammi di un sentimento forte e soave al tempo stesso.
Tuttavia, pagina dopo pagina, non sfugge un certo afflato melanconico, che accompagna un viaggio esistenziale dai toni chiaroscuri.
Ma Andrea sperimenta anche l’universo onirico, preziosa fonte di ispirazione di versi convincenti, a volte liberatori, per poi tornare alla realtà, nella sua essenza pragmatica e consapevole. L’approdo, estremamente maturo, alla poesia d’impegno civile offre esiti in cui si dipanano scenari di violenza, nefandezze ed ingiustizia sociale e il Nostro poeta ne diviene portavoce con convinzione, attraverso un grido di denuncia che oblitera le coscienze, ricorrendo ad un linguaggio immediato e privo di sovrastrutture stilistiche; non è casuale l’utilizzo del verso libero da ogni forzatura metrica, che restituisce un contributo poetico sincero, appassionato e pregno di simbolismi.
Il ricordo della sua città in “Vedo il mio paese ormai vuoto di umanità”, depredata persino degli elementi valoriali fondanti, un tempo ampiamente condivisi all’interno di un tessuto sociale fortemente modificato dallo scorrere del tempo – “città eroica e generosa in tempi andati” – che l’autore pone in comparazione ad altre località del mondo visitate, in un confronto volto alla ricerca e, forse, al recupero di quei valori dalle tinte ormai sbiadite, sedimentati nel tempo, ma ancora vivi in altre realtà geografiche.
Ma il richiamo alle origini alla fine prevale ad ogni altra sollecitazione e Andrea si scaglia contro l’ipocrisia che pervade l’aria, rendendola irrespirabile.
Altro tema ricorrente nella poetica di Genovali è il mare, con la sua forza catartica, rigeneratrice e ricca di suoni onomatopeici.
Charles Baudelaire dice –
“Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola”.
Daniela Cecchini