In ordine di apparizione:
Matteo Romano (Virale): gradevole motivetto nonostante il testo un po’ criptico. Voto: 6.
Giusy Ferreri (Miele): la donna col megafono affida ad una canzone di scarso spessore la speranza di un ritorno d’amore. Voto: 5.
Rkomi (Insuperabile): ballata orecchiabile finché non si toccano le note alte. Voto: 6.
Iva Zanicchi (Voglio amarti): la regina della canzone italiana si cimenta in un brano inconsistente. Stecche a iosa. Voto: 4.
Aka 7even (Perfetta così): un sincero ma un po’ banale inno all’amore. Voto: 6.
Massimo Ranieri (Lettera di là dal mare): brano emozionante pur con più di una incertezza nell’interpretazione. Voto: 7.
Noemi (Ti amo non lo so dire): fiume in piena di parole, parole, parole, su base musicale piuttosto scontata. Voto: 4.
Fabrizio Moro (Sei tu): Pezzo romantico pur con qualche metafora poco riuscita. Voto: 6 e ½.
Dargen D’Amico (Dove si balla): brano di esile consistenza ma che almeno fa ballare tutti. Voto: 5 e ½.
Elisa (O forse sei tu): considerato da alcuni un capolavoro, il brano è in realtà lamentoso e straziante. Voto: 5.
Irama (Ovunque sarai): canzone in vecchio stile, ma di sicuro impatto vocale. Voto: 6 e ½.
Michele Bravi (Inverno dei fiori): il titolo ossimorico non basta a rendere profondo e raffinato il testo. Voto: 4.
La Rappresentante di Lista (Ciao ciao): tormentone orecchiabile in perfetto stile Eurofestival. Voto: 6
Emma (Ogni volta è così): grande presenza scenica, ma solo quella. Voto: 5.
Mahmood e Blanco (Brividi): a dispetto del titolo, il brano di brividi non ne dà. Voto: 5.
Highsnob e Hu (Abbi cura di te): morbosa canzone pseudosentimentale. Voto: 4.
Sangiovanni (Farfalle): il giovane interprete è sicuro di sé sul palco e porta un brano che non è male. Voto: 6 e ½.
Gianni Morandi (Apri tutte le porte): l’inossidabile Morandi nazionale ci propone un brano frizzante e allegro. Voto: 7.
Ditonellapiaga e Rettore (Chimica): duo in perfetta simbiosi chimica. Pezzo coinvolgente. Voto: 7.
Yuman (Ora è qui): bella voce, ma la canzone non cattura proprio. Voto: 5.
Achille Lauro (Domenica): originale ma un po’ autocelebrativo. Voto: 6 e ½.
Ana Mena (Duecentomila ore): la deliziosa interprete ce la mette tutta, ma il motivetto ha molto di già noto. Voto: 6.
Tananai (Sesso occasionale): benché ultimo classificato e senza lode, il pezzo è anche senza infamia. Voto: 6.
Giovanni Truppi (Tuo padre, mia madre, Lucia): canzone coraggiosa, poco consona allo stile sanremese. Rimane il dilemma: chi è Lucia? Voto: 6 e ½.
Le Vibrazioni (Tantissimo): pezzo di bravura della band, ma non tantissimo. Voto: 6 e ½.
a cura di Massimiliano Longobardo