Ieri sera lo spettacolo di Sacco e Zavatto sull’ingaggio di Maradona da parte di due squinternati dirigenti del Napoli nel lontano 1984, al termine di una complessa trattativa.
Esordio della XI edizione del TEATROallaDERIVA – la rassegna che fa recitare gli attori su una zattera galleggiante, posizionata al centro di un laghetto delle Stufe di Nerone (Bacoli) –, all’insegna del divertissement e della leggerezza con Cazzimma&Arraggia (Fondazione Teatro di Napoli – assemedianosocialclub), spettacolo reduce da una partecipazione al Torino Fringe Festival. La performance è firmata da Fulvio Sacco e Napoleone Zavatto, coaching a cura di Armando Pirozzi; in scena Errico Liguori e lo stesso Sacco. Anno 1984. Due scombinati dirigenti del Napoli – Dino e Antonio (ex calciatore) – sono da 59 giorni chiusi in un albergo di Barcellona per cercare di concludere, per conto dell’ingegnere Corrado Ferlaino, l’affare del secolo: l’acquisto di Diego Armando Maradona. La trattativa è estremamente complessa per la difficoltà di reperire la spropositata cifra in denaro richiesta, soprattutto quando il Barcellona prova ad alzare la posta in palio. Dove trovare i famigerati 2 miliardi in più? I due dirigenti ragionano su inverosimili soluzioni: vendere la barca di Dino o la medaglia di Antonio, rubare la Coppa delle Coppe… E se arrivano a Barcellona, peraltro nello stesso hotel, i manager della Juventus, con in testa il tanto vituperato José Altafini, con l’intento di inserirsi con offerte migliori nella trattativa, la luce in fondo al tunnel sembra ancora più lontana e ai due malcapitati non resta altro che consolarsi con la compagnia di piacevoli signorine (di cui però non beneficeranno) o magari ripiegare su un ingaggio meno allettante, come quello del messicano Hugo Sánchez, convincendosi (e diffondendo la voce) che la carriera del Pibe de Oro finirà nel giro di pochissimi anni. Eppure, all’improvviso il colpo di scena: un fortuito spostamento di mire della squadra torinese sullo stesso Sánchez consentirà ai due increduli dirigenti partenopei di fare il colpaccio: l’acquisto del campione argentino, destinato a cambiare la storia del Napoli, renderà possibile l’emancipazione di una città, fino ad allora considerata una semplice «colonia del nord». Pur con qualche tempo lento (specialmente nella parte iniziale, con una introduzione musicale forse un po’ troppo lunga), lo spettacolo è nel complesso gradevole, nei suoi toni disinvolti e scanzonati, con alcune battute azzeccate che strappano sorrisi e anche risate. L’idea di fondo è di fatto originale e si presta senz’altro a futuri sviluppi e migliorie. Prossimo appuntamento con il TEATROallaDERIVA domenica prossima, 10 luglio, con L’urlo di Jimmy di Peppe Miale.
Massimiliano Longobardo
Per l’intervista a Giovanni Meola, direttore artistico della rassegna, da lui ideata insieme ad Ernesto Colutta, cliccare: qui.