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Morto Maurizio Pollini, l’ultimo grande pianista italiano.

Nel 1957, a 15 anni, la partecipazione al primo concorso pianistico internazionale a Ginevra, dove raggiunse il secondo posto dietro solamente a una giovanissima Martha Argerich. Nel 1960 la consacrazione a livello internazionale con la vittoria al prestigioso Concorso Internazionale Chopin di Varsavia. In quella occasione Arthur Rubinstein ebbe a dichiarare: “Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi”. Dagli anni ‘60 fino alla fine del millennio ha tenuto concerti e recital nelle sale più importanti del mondo, insieme a grandissimi direttori, come Herbert von Karajan, Carlo Maria Giulini, Daniel Barenboim, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Zubin Metha e Sergiu Celibidache. Il suo reportorio spaziava da Bach agli autori contemporanei, al punto che nello spartito originale di “…Sofferte onde serene…” il compositore Luigi Nono scrisse una dedica per il Maestro e sua moglie, anch’essa pianista, Marilisa Marzotto.

Il percorso di studi non perse mai di intensità, difatti, dopo il successo di Varsavia, tenne delle classi di perfezionamento con Arturo Benedetti Michelangeli, grazie alle quali disse di aver incrementato gli elementi tecnici e ritmici, pur rimanendo lontano dalle stravaganze tipiche delle rese interpretative di tardo Ottocento. Alcune delle sue principali caratteristiche erano infatti la totale fedeltà allo spartito e la chiarezza degli aspetti formali del brano, anche laddove quest’ultima andasse a discapito dell’eleganza e della bellezza timbrica.

Estesa la sua discografia, in particolare con la Deutsche Grammophon, con cui il Maestro ha collaborato per più di 50 anni, dalla pubblicazione del suo primo album in studio. Memorabili le sue incisioni di Beethoven, Schumann, Chopin, Brahms e Mozart. Misuratosi anche nella direzione d’orchestra, rimane nella memoria dei melomani la sua “Donna del Lago” per il ROF di Pesaro, sia nel 1981 che nel 1983. Nell’ultimo decennio lo stato di salute del Maestro ha preso negativamente il sopravvento, costringendolo a rinunciare a molte performances in agenda. Proprio in quest’ultimo periodo ha dovuto sospendere per alcuni mesi l’attività concertistica a causa di complicanze respiratorie (come il recital del prossimo 6 maggio a Santa Cecilia). Dopo alcune settimane la triste notizia.

La camera ardente sarà allestita al Teatro alla Scala, dove Maurizio Pollini si è esibito per ben 168 volte (169 sarebbero state con il recital del prossimo 20 ottobre), oltre alle partecipazioni a convegni, incontri, masterclass e giurie artistiche. Aumentano in queste ore i messaggi di cordoglio da parte delle istituzioni musicali e case discografiche mondiali in ricordo del grande pianista.

A cura di Giuseppe Scafuro – immagine copertina – www.corriere.it; immagine articolo – www.ilmessaggero.it 

Uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del teatro per oltre cinquanta anni”. È quanto si legge nel comunicato del Teatro alla Scala in ricordo del Maestro Maurizio Pollini, venuto a mancare stamane, 23 marzo 2024, all’età di 82 anni. Uomo erudito e grande virtuoso, ha reso onore al pianoforte per quasi 70 anni, fino alla fine dei suoi giorni.

Nel 1957, a 15 anni, la partecipazione al primo concorso pianistico internazionale a Ginevra, dove raggiunse il secondo posto dietro solamente a una giovanissima Martha Argerich. Nel 1960 la consacrazione a livello internazionale con la vittoria al prestigioso Concorso Internazionale Chopin di Varsavia. In quella occasione Arthur Rubinstein ebbe a dichiarare: “Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi”. Dagli anni ‘60 fino alla fine del millennio ha tenuto concerti e recital nelle sale più importanti del mondo, insieme a grandissimi direttori, come Herbert von Karajan, Carlo Maria Giulini, Daniel Barenboim, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Zubin Metha e Sergiu Celibidache. Il suo reportorio spaziava da Bach agli autori contemporanei, al punto che nello spartito originale di “…Sofferte onde serene…” il compositore Luigi Nono scrisse una dedica per il Maestro e sua moglie, anch’essa pianista, Marilisa Marzotto.

Il percorso di studi non perse mai di intensità, difatti, dopo il successo di Varsavia, tenne delle classi di perfezionamento con Arturo Benedetti Michelangeli, grazie alle quali disse di aver incrementato gli elementi tecnici e ritmici, pur rimanendo lontano dalle stravaganze tipiche delle rese interpretative di tardo Ottocento. Alcune delle sue principali caratteristiche erano infatti la totale fedeltà allo spartito e la chiarezza degli aspetti formali del brano, anche laddove quest’ultima andasse a discapito dell’eleganza e della bellezza timbrica.

Estesa la sua discografia, in particolare con la Deutsche Grammophon, con cui il Maestro ha collaborato per più di 50 anni, dalla pubblicazione del suo primo album in studio. Memorabili le sue incisioni di Beethoven, Schumann, Chopin, Brahms e Mozart. Misuratosi anche nella direzione d’orchestra, rimane nella memoria dei melomani la sua “Donna del Lago” per il ROF di Pesaro, sia nel 1981 che nel 1983. Nell’ultimo decennio lo stato di salute del Maestro ha preso negativamente il sopravvento, costringendolo a rinunciare a molte performances in agenda. Proprio in quest’ultimo periodo ha dovuto sospendere per alcuni mesi l’attività concertistica a causa di complicanze respiratorie (come il recital del prossimo 6 maggio a Santa Cecilia). Dopo alcune settimane la triste notizia.

La camera ardente sarà allestita al Teatro alla Scala, dove Maurizio Pollini si è esibito per ben 168 volte (169 sarebbero state con il recital del prossimo 20 ottobre), oltre alle partecipazioni a convegni, incontri, masterclass e giurie artistiche. Aumentano in queste ore i messaggi di cordoglio da parte delle istituzioni musicali e case discografiche mondiali in ricordo del grande pianista.

A cura di Giuseppe Scafuro – immagine copertina – www.corriere.it; immagine articolo – www.ilmessaggero.it 

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