Domenica 5 settembre 2021 alle ore 11:00 presso la Casa del Sacro Cuore di Saccolongo – Padova avrà luogo la presentazione dell’ultimo libro dell’artista Michele Nicolè dal titolo “La Madonna Lo Vuole, Suor Rosetta, l’Architetto di Maria”. Si tratta di un’opera di 160 pagine con più di 50 foto inedite che parlano dei luoghi, dei pensieri e delle opere che Suor Rosetta Dalla Libera ha compiuto durante la sua operosa vita. L’autore, insieme alla zia Nadia Dalla Libera, illustrerà il volume alla presenza dei Fati, del Sindaco e delle Autorità locali; sarà un’esperienza intrisa di spiritualità e di significati di cui far tesoro. Michele Nicolè, nato a Saccolongo (PD), dove ancora vive, si è diplomato Maestro d’Arte presso l’Istituto d’Arte “P. Selvatico” di Padova; quindi ha conseguito il Diploma Accademico in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Affermato imprenditore nel settore dell’advertising, è un artista poliedrico; oltre alle arti figurative, si diletta anche nella scrittura e nella poesia. Iniziando dall’esperienza pittorica, ha attuato una ricerca in grado di offrire nuovi stimoli sensoriali ed emotivi, condividere esperienze, rielaborare il conosciuto, sperimentare forme plastiche, scrittura, immagini e percezioni, miscelando i colori eterogenei e variegati di nuovi mondi virtuali e surreali, costituiti da persone, idee, esperienze, interazioni, attrazioni, percezioni di varia natura e provenienza.
La creazione dell’universo nicoliano parte da un immaginario mai pago di scoperte; è un viaggio nel “sempre presente”, alla ricerca della bellezza e dell’infinito. L’artista nel corso di una recente intervista ha dichiarato -“Quando zia Nadia, dopo la morte della sorella maggiore Rosetta, mi mostrò il suo diario e mi chiese di trascriverlo, pensavo si trattasse di un compito semplice. Io la ricordavo per il suo sorriso luminoso e carico di affetto, i suoi abiti da religiosa divenuti larghi negli ultimi anni di vita, le tasche sempre piene di caramelle per i bambini e la testa spessissime volte altrove, in un’altra dimensione, immersa costantemente nella preghiera. Cominciando il lavoro, inaspettatamente, sono stato presto assorbito da una storia impegnativa, dai profondi risvolti umani e mistici, che mi ha posto di fronte a numerosi interrogativi sulla figura di suor Rosetta e costretto a prendere una posizione nei confronti di quanto ho scoperto e capito, e quindi ad assumere la mia parte di responsabilità al fine di renderlo pubblico. Mi sono reso conto di conoscere ben poco delle vicende biografiche di mia zia e della sua interiorità. Quindi, ho sentito il bisogno di raccogliere delle testimonianze per rafforzare e completare il racconto. Con questo percorso di ricerca, e non mi riferisco solo a documenti, a vecchie memorie oppure a testimonianze, ma a una profonda ricerca spirituale; ho capito finalmente quanto io le dovessi. Col tempo, le sue preghiere, costantemente rivolte al benessere delle nostre famiglie e a quello delle persone che incontrava, la sua esistenza pervasa da una fede profondissima e totalizzante, le sofferenze fisiche e morali tenute in gran parte nascoste e sopportate in silenzio, hanno reso zia Rosetta la persona a cui affidavamo naturalmente le nostre difficoltà, le malattie e le sofferenze, quelle di tutti i giorni e quelle inattese. Era una grande dispensatrice, non solo di piccoli doni materiali, ma soprattutto di grandi doni spirituali: la sua sconfinata fede ha contribuito a rafforzare i valori saldi ricevuti dalle nostre famiglie, ancorandoli alle virtù, a renderci migliori.
Con lei eravamo sicuri di essere esauditi, grazie a lei abbiamo imparato a pregare, a rivolgerci prima a Dio per comprendere e affrontare le nostre vite, a sopportare e accettare anche l’insostenibile, a diventare più forti e resilienti. Conoscere suor Rosetta attraverso il suo diario, incontrarla attraverso le prime testimonianze che sono riuscito a raccogliere, vederla attraverso gli occhi di chi le porta riconoscenza, mi ha fatto ripercorrere alcuni tratti della sua strada; mentre camminava accanto a me, sentivo fiorire la sua anima, ed è così che, pian piano, mi ha purificato il cuore. Il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto agli ambulatori Caritas di Saccolongo e di Mestrino (PD) BIOGRAFIA DI ROSETTA DALLA LIBERA Nacque da Gino Dalla Libera e Costanza Pozza il 30 agosto del 1930 a Creola di Saccolongo, un antichissimo paesino nella campagna padovana; quarta di dieci fratelli. Era una bambina buona, dal carattere tranquillo, bella e graziosa nei modi, in pratica, il giocattolo di fratelli, cugini e zii. Da ragazza amava giocare con i maschi, si aggregava alle birichinate e non preferiva andare in chiesa. Piuttosto, lavorava nei campi e in officina con il padre. Quando, dopo numerosi ostacoli, decise di entrare in noviziato per diventare Figlia di Maria Ausiliatrice, soffrì molto per il distacco, mentre il padre pianse per lei ogni sera per un anno intero. Era davvero risoluta, Rosetta: la determinazione con cui ha difeso e portato avanti la sua vocazione e le sue scelte, a costo di grandi prove, derisioni e infinite sofferenze morali e fisiche, hanno dimostrato il suo immenso coraggio. Affrontava con ardore la sua missione attraverso la preghiera del Rosario e affidando la propria vita e quella delle persone care al Cuore Immacolato di Gesù e alla Vergine Maria Ausiliatrice o a San Giovanni Bosco e agli Angeli Custodi, ma fu soprattutto il suo rapporto speciale e diretto con la “Mamma Celeste” a fare di lei un personaggio piuttosto “scomodo e ingombrante”, per cui venne spesso contestata; quando, per esempio, chiese il permesso di poter benedire i malati e persino nelle sue imprese per diffondere la pratica del Rosario, oppure quando si prendeva una giornata per andare a raccogliere doni e offerte per il convento e i più bisognosi. Nonostante tutto, ebbe una vita straordinaria, in cui vestì con coerenza l’abito della tolleranza e della più umile e gioiosa semplicità.
Si era distinta sin dal noviziato per il suo grande senso pratico e la sua ingegnosità, tanto da essere soprannominata “Marconi” dalle consorelle; era in grado di svolgere tutti i lavori prettamente maschili – il meccanico, l’elettricista, il muratore, il contadino, il giardiniere, l’autista. Pertanto, il suo aiuto era molto apprezzato. Consapevole delle grandi difficoltà che sta attraversando la Chiesa Cattolica, offrì le sue sofferenze a Dio, in modo particolare per i consacrati e per i giovani, che coinvolgeva con grande entusiasmo promuovendo incontri di preghiera e tante attività con il G.A.M. (Gioventù Ardente Mariana).Nella sua vita limpida ebbe tante attenzioni verso le necessità e la salute della gente comune che lotta ogni giorno per avere un lavoro, una vita dignitosa e serena, per i più piccoli, nonché per gli ultimi. Rosetta ebbe la fortuna di incontrare, come padri spirituali e confessori, alcuni personaggi di grandissima levatura, umana e spirituale, che la stessa Chiesa Cattolica ha già riconosciuto, quando non sono addirittura state avviate le pratiche per la loro canonizzazione; ebbe vicini don Luigi Mazzucato, il Vescovo Martino Gomiero, don Carlo De Ambrogio, padre Daniele Heki?. Trovava conforto nelle loro parole che, insieme alla sua fede, le bastavano per andare avanti. Non esitò a offrire amicizia e sostegno a Paola Maria Albertini, nonostante la Chiesa mantenga la cautela riguardo i messaggi comunicati dalla veggente. Anche nell’ultimo periodo della sua vita, nonostante fosse malata e l’età avanzata le creasse più di qualche problema, infondeva attorno a sé la grande forza che le dava la sua fede; si era sempre avvicinata alla morte cantando perché non la vedeva come una fine, ma l’inizio di una vita nella Luce, accanto a Gesù e alla sua Mamma Celeste. Suor Rosetta morì il 19 gennaio del 2019, dopo una vita straordinaria, in cui vestì con coerenza e umiltà l’abito della tolleranza e della semplicità.
a cura di Daniela Cecchini