Dopo il grande successo dell’esordio con 1 ora e 54 minuti di live streaming di Dj Klonh e il duo ValeLp&Lil Jolie, che ha catalizzato l’attenzione di un pubblico dinamico e eterogeneo, Plug&Play live in office from Naples prosegue i concerti live in ‘office’ con un appuntamento inedito venerdì 26 marzo ore 21.00
Ciccio Merolla in esclusiva per Plug&Play presenta il nuovo progetto ‘Merolla Trio’ accompagnato da due eccellenze: Pietro Condorelli e Davide Afzal. Alla base del ‘Merolla Trio’ c’è l’interplay, il dialogo tra musicisti attraverso gli strumenti e l’omaggio a grandi artisti quali Sakamoto, Rino Zurzolo e Luigi di Franco.
«L’intento è quello di coinvolgere il pubblico nell’interplay basato sul groove» racconta Ciccio Merolla «Il mio set di percussioni, la sonorità, è quella che mi ha accompagnato per tutta la vita: è un ibrido tra batteria e percussioni basato sul bit, che mi permette di girare il mondo e di andare con loro oltre, nell’universo. Ho con me due grandi artisti che sono Davide Afzal al basso e Pietro Condorelli alla chitarra. Sono come me persone che stravolgono i loro strumenti fino ad incontrare il pubblico portandolo nel loro mondo e abbracciandolo con suoni caldi e tempestosi. C’è chi definisce il Trio funky, chi lo preferisce hip hop, chi lo definisce jazz o world music, noi non definiamo, semplicemente apriamo il cuore e diamo quello che siamo»
Il Trio ha scelto Plug&Play per presentare il nuovo progetto, «Un format – spiega Ciccio Merolla – che rende ancora più sinceri, ricreando la stessa atmosfera di quando siamo nello studio a suonare».
Contestualmente al live, si terrà l’esposizione pittorica dei quadri della naturopata e sociologa Rosalba Baldi. Il progetto figurativo dal titolo “Les fleurs et les poupées” è un percorso naif di tinte pastello di una donna che ha messo al centro della sua ricerca artistica la bellezza intesa come nobiltà d’animo, i sentimenti semplici e genuini, la donna, i temi floreali. Il centro di questo progetto è un ritorno alla semplicità espressiva senza fronzoli o sovrastrutture imposte dalla società che impone la ricerca dell’artificio anche nella bellezza. Ecco che, un tornare bambina anche e soprattutto nell’arte, aiuta a liberarsi di quelle sovrastrutture e cliché imposti dalla società che impongono alla persona ed in particolare alla donna quei modelli distorti, il dover piacere a tutti i costi, la bellezza artificiosa fino alla convinzione che forza nella sua accezione di violenza sia un modo efficace per imporsi sugli altri e quindi per avere successo. Tutto ciò qui è annullato in un tratto in cui la naturalezza, i colori vivaci e pastello e i temi semplici apparentemente si impongono con l’entusiasmo dei fanciulli e aprono gli occhi su uno dei grandi poteri dell’arte: diffondere la bellezza come espressione dell’animo umano.