Famoso per la sua fuga lungo le spiagge di Pescara, durante il lockdown, è un personaggio tutto da scoprire.
Gli italiani lo ricordano per la goliardica corsetta sulla battigia delle spiagge di Pescara, in piena fuga da alcuni uomini in divisa che invano hanno cercato di raggiungerlo e bloccarlo. Perché in quel periodo era in vigore il lockdown e non si poteva andare in giro così, senza una ragione plausibile. Gli inseguitori però non sapevano che quella lepre, dal nome Mario Ferri, era tutt’altro che un improvvisato atleta: aveva all’attivo un “palmares” di invasioni di campo (lui è il personaggio che “violava” i campi da gioco con la maglietta di Superman) e già in quel periodo stava pensando ad un Guinness world record che scoprirete tra poco. Per dovere di cronaca, tra il risentimento e o sconcerto del popolo italiano, il “Falco” se l’è cavata con un’ammenda.
Mario stava pensando ad un progetto, che oggi sembra quasi realizzato… o almeno è nella giusta direzione per esserlo: diventare il primo calciatore italiano ad aver giocato in tutti i continenti. Qualche mese fa ha firmato un contratto, lo racconta alla Gazzetta dello Sport, con lo United Sports di Kalyani, una città nei pressi di Calcutta. Veste la maglia numero 7. Ha già militato in Svizzera, a San Marino, in Africa alle Seychelles, in Asia nell’Al Faisaly, Giordania. Ed ora sta in India, tra scimmiette e vacche sacre. Gli mancano l’Oceania, il Sudamerica… giusto perché in Antartide non ci sono campi da calcio! E’ questo il suo obiettivo da Guinness. Racconta con entusiasmo questa sua esperienza nelle terre esotiche e ci parla delle persone; non solo dal punto di vista calcistico, dove sembra che abbiano bisogno di imparare ancora molto, ma da quello sociale. Al suo esordio in campo già aveva una nutrita schiera di fan, che è andata via via crescendo durante il torneo, che il suo team ha perso in finale.
Per quanto riguarda la preparazione atletica e la concezione del calcio, Mario è perentorio: “Calcio completamente diverso. Sono delle catapulte, si lanciano in interventi allucinanti, sono veloci ma mancano di tattica; non c’è una grande cultura del portiere, della difesa, ruoli in cui peccano maggiormente. Centrocampisti ed attaccanti invece hanno una buona tecnica. Parliamo del secondo paese più popolato la mondo, certamente qualche talento uscirà, prima o poi… e magari non viene neanche coltivato! Nella vita di tutti i giorni mi occupo anche di beneficenza… tanta… quella che posso. Dico solo questo: abbiamo tutto, rispetto a loro, ma ci lamentiamo.” Le parole del falco sono piene di entusiasmo e di esperienza: il suo viaggiare (più del suo scappare!) lo sta portando lontano. E che ci frega se poi il Guinness world record non arriva? Voi, in India, a calcio: ci avete mai giocato?
A cura di Clemente Scafuro – immagine di copertina da Areanapoli.it
