Mario Ferri (detto il "Falco") è il Robin Hood della gente
Chi di voi, durante un match di calcio italiano o internazionale, non ha mai assistito alle invasioni compiute per interrompere il gioco e lanciare un messaggio?
Ebbene, è il caso allora di ricordare Mario Ferri, detto il “Falco”, noto al pubblico calcistico per le sue incursioni improvvise durante le partite.
StreetNews.it ha avuto l’opportunità speciale di incontrarlo per apprezzarne le qualità di calciatore e di invasore.
Il calciatore
Il Falco, mamma napoletana e papà abruzzese, divenuto oramai un’icona in Italia per le sue famose e numerose invasioni, è principalmente un calciatore; per la sua estrema velocità gli è stato attribuito l’appellativo dell’uccello rapace.
Ad oggi lo vediamo impegnato nel Victoria City, squadra della serie A delle Seychelles (Africa).
Non sono mai stato un calciatore a livello professionistico; ho sempre militato in campionati italiani minori (in eccellenza, in promozione, nei dilettanti) dopodiché a 17 anni decisi di intraprendere nuove esperienze all’estero. Ho cominciato in Svizzera con il Concordia Basilea.Poi verso i 27 anni decisi definitivamente di dedicarmi al calcio straniero. Ho quindi proseguito su questo percorso giocando anche in Giordania con Amman, in Malaysia a Kuala Lumpur ed ora sono alla mia seconda volta alle Seychelles.
Ma come mai la scelta di andare (e restare) all’estero piuttosto che provare altri club italiani? La mia – dichiara Ferri – non è una protesta nei riguardi del calcio in Italia; ma ho dovuto fare i conti con il mio personaggio che è diventato talmente celebre; paradossalmente come calciatore sono riuscito a trovare più visibilità all’estero che in Italia.
Non nascondo – conclude – che sarebbe bello che qualcuno mi giudicasse effettivamente come giocatore e non per quello che ho fatto in passato [riferendosi alle invasioni].
I suoi messaggi sono stati sempre di pace e non si è mai pentito di ogni azione commessa. Sebbene qualcuno possa pensare che sia una testa calda e ribelle, precisa che non ha mai ricevuto un’espulsione diretta nella sua carriera.
La mia carriera è sempre stata contraddistinta dall’essere corretto, avere rispetto negli allenamenti e nei riguardi dei mei compagni di squadra.Potendo sembrare una testa calda per le mie invasioni, avevo bisogno di rifarmi una mia carriera calcistica per cui mi sono cimentato nell’esperienza straniera.
Mario Ferri, a 32 anni, ha siglato il record come primo italiano ad aver giocato in un club africano e ad aver fatto goal.
Ma il calciatore abruzzese non si ferma qui con i record: l’intento è di diventare il primo italiano a giocare in tutti i 5 continenti. Per raggiungere l’obiettivo gli resta da fare un’esperienza in Oceania e America.
Le invasioni
Quindici invasioni di campo realizzate in tutto il globo terrestre e in tutte le principali competizioni (Mondiali, Europei, Serie A, Champions League, Europa League,…) incontrando e stringendo la mano a campioni come Messi, Ronaldo ecc.
Fare un’invasione certo non è roba semplice. Mario Ferri ce lo racconta in questo modo:
Non ho mai avuto l’esigenza di scavalcare; per eludere i sistemi di sicurezza mi sono sempre camuffato per confondermi con il personale di bordo campo come ad esempio un giornalista, uno steward, un poliziotto, un cameraman, un fotografo.Addirittura l’ultima volta mi sono travestito da giocatore del Milan in occasione della finale di Supercoppa italiana Milan – Juventus tenutasi a Jeddah. Il bello è che le emittenti locali mi hanno anche intervistato.Ammetto che in quello che faccio c’è parecchia follia; infatti il mio film preferito è “Prova a prendermi” di Leonardo Di Caprio. Tutto ciò ben conscio delle conseguenze che ne possono derivare.Tuttavia l’adrenalina supera qualsiasi tipo di preoccupazione; in Arabia Saudita ho perfino rischiato le frustate (che è una punizione quotidiana) per la mia incursione.
Il calciatore/invasore, attraverso le sue performance, vuole lasciare dei messaggi (che siano di pace oppure intenzioni – No to Racism – o modi per stare vicino a persone – Ciro Vive – per Ciro Esposito). Successivamente attraverso le amicizie con Corona e Lele Mora è entrato sempre più nel mondo dello spettacolo e della televisione; partecipò anche alla trasmissione “Saranno isolani” sul canale 5.
A settembre lo vedremo coinvolto ne “La pupa e il secchione”.
Infine abbiamo chiesto al Falco alcune sue considerazioni sul Napoli e sulla vittoria in Europa League di Sarri (ex allenatore degli azzurri) alla guida del Chelsea.
Anche se storicamente sono milanista, l’80% del mio cuore è dedicato alla città di Napoli e alla sua tifoseria.Sarri per me è una favola: partire da una seconda categoria e arrivare a vincere l’Europa League è una bella impresa.Sebbene Ancelotti sia un allenatore oramai affermato, il Napoli ha perso Sarri che era la novità del calcio italiano.
Prossime invasioni di campo? E’ passata la fase del ragazzo menefreghista che è in me – dice l’invasore.
I tempi cambiano. Tuttavia, però, il mio spirito da Robin Hood resta: se voglio lasciare un nuovo messaggio, non mi precludo di farlo.
Sarebbe un evento imprevisto….anche per me stesso.