Sia il Museo che le sue Amiche si trovano a Sorrento.
È una storia di amicizia e di scopi condivisi che rincuora.
Si riuniscono con l’intento di preservare le opere d’arte; organizzano, scelgono, decidono e alla fine agiscono a favore delle creazioni artistiche e del loro splendore.
Tutto ha origine nel 2010 quando nasce l’associazione “Amiche del Museo Correale di Terranova” per volere di cinque amiche: Angela Cacace, Rossella Di Leva, Desirée Marino, Paola Savarese e Anna Pane.
Il desiderio comune, ricordano le Amiche del Museo, era ed è, soprattutto, quello di far conoscere i tesori custoditi nel “più bel Museo di provincia italiana”, come lo definì l’archeologo Amedeo Maiuri.
Inoltre la finalità dell’associazione è di sostenere il Museo mediante una serie di iniziative che consentano la raccolta dei fondi necessari alle imprese che intraprendono.
Le Amiche del Museo Correale sono portatrici di generosità e di amore per la bellezza.
Si potrebbe osservare che l’associazione sia, essa stessa, un’opera d’arte.
Ma parliamone più approfonditamente con Serena Abbondandolo presidente, per il 2024, dell’associazione e con, una socia, Margherita Liccardi.
Serena, voi affermate: “Si può capire ciò che siamo attraverso ciò che abbiamo realizzato…”, cosa avete realizzato?
All’inizio, per dirne una, quindici anni fa, quando le presentazioni dei libri erano meno consuete, noi ne allestivamo e incontravamo scrittori, scrittrici; in un secondo tempo si è cominciato a restaurare le opere.
Il primo progetto in assoluto è stato l’impianto di illuminazione nel viale del Museo che conduce alla terrazza. Poi è avvenuta l’evoluzione e siamo passate alle conferenze, ai meeting, agli spettacoli teatrali; tutto mirato alla raccolta fondi, ma anche per attirare l’attenzione nei confronti del Museo. Come è accaduto nell’ultimo convegno. Noi sempre speriamo che si parli del Museo, ma non solamente a Sorrento, ovunque. Infatti tante persone all’estero lo conoscono meglio di alcuni/e residenti.
Molte le idee che avete concretizzato per far conoscere il Museo, giusto?
Sì, la nostra è un’associazione che promuove la cultura e persino le gite per scoprire i tesori che ci circondano. Ora c’è un momento di pausa, non si vive più l’entusiasmo di quando ci muovevamo addirittura con due pullman e dipende, purtroppo, dai prezzi. Oggi noleggiare un autobus per venti di noi costa intorno ai cinquecento euro, mentre anni fa ne bastavano duecento cinquanta, perciò si arriva a venticinque euro a persona, più le altre spese: mangiare, ingresso ai Musei, le guide.
Poi c’è il fatto che sono quindici anni di operosità, il tempo passa, gli anni si sentono, la stanchezza non manca, quindi si hanno meno forze per affrontare giornate impegnative. Una gita richiede energia, si sta tutto il giorno fuori e in movimento, dunque è faticoso.
La vostra associazione attribuisce a due studenti o studentesse meritevoli, dell’Istituto Superiore a indirizzo raro “Francesco Grandi” di Sorrento, due borse di studio. Ma non basta, gli/le stessi/e allievi/e hanno altresì l’opportunità di assistere al restauro di un dipinto, perché come dichiarate: “È una nostra precisa volontà finalizzata a educare i giovani alla conoscenza dell’arte ma non dimenticando la sua cura e conservazione”. Come hanno vissuto i ragazzi e le ragazze questo esperimento?
È stato fatto per un anno e si è rivelata una bellissima esperienza.
Intanto che Alessandra Cacace restaurava “La pietà”, trittico attribuito a Giovanni da Gaeta (XV sec.), un’opera molto bella su base lignea, i ragazzi e le ragazze hanno potuto ammirare da vicino il lavoro di restauro.
A loro è piaciuto molto vedere in concreto qualcosa che studiano soltanto teoricamente. Questo fa capire che gli studenti e le studentesse vanno coinvolti/e, più di ogni altra cosa, in ciò che gli/le interessa, ovviamente tutto dipende da cosa si fa e come.
Vorremmo relazionarci molto di più con loro e spesso non è facile, giacché bisogna mediare tra il Museo e la scuola.
Poco fa sentivo che parlavate di una sezione giovani all’interno delle Amiche del Museo.
Sì, è un’idea.
Gradiremmo molto che si formasse un bel gruppo che possa fornirci ispirazioni innovative.
Ci sono già delle potenziali giovani socie. E, in più, se amassero esplorare posti nuovi potremmo fare viaggi simili a quelli che facemmo a Roma, Milano, Mantova e Matera.
Siete molto attive anche nell’interazione con altre associazioni e nel partecipare a conferenze e convegni, vero?
Sì, unirsi con il proposito di raggiungere una meta è importante.
Io personalmente faccio parte anche dell’associazione “Completamente” che si occupa di beneficenza e in particolare di progetti per bambini. Ultimamente seguiamo il Cuamm (medici con l’Africa).
Cerchiamo di elaborare eventi con diverse associazioni e lo facciamo per di più insieme a “La grande onda” e “Il colibrì”. Creiamo serate, opportunità, in cui ciascuno possa trovarsi a proprio agio, divertirsi, che non guasta, e naturalmente gran parte del ricavato viene donato.
Ormai riceviamo tantissime proposte di progetti, a differenza di quando abbiamo cominciato che dovevamo attivarci parecchio per cercarne da realizzare.
Divulgare la cultura è il nostro fine, un esempio recente è la conferenza tenutasi a ottobre al Museo. È stata interessantissima con Eike Schmidt, allora direttore delle Gallerie degli Uffizi e ora del Museo nazionale di Capodimonte a Napoli, e Antonio Leo Tarasco, professore ordinario di Diritto amministrativo, dirigente del Ministero per i beni e le attività culturali e direttore generale degli Archivi del MiC – Ministero della Cultura.
Un’operazione stimolante da fare potrebbe essere quella di visitare l’archivio di Stato a Napoli, perché è meraviglioso.
Vedere e ascoltare cose nuove è incredibilmente utile. Com’è accaduto durante la conferenza, dove c’è stato un confronto tra il direttore del Museo Correale, il direttore degli Uffizi e un funzionario del Ministero.
Avere possibilità originali di conoscere ha una grande rilevanza quando si parla di cultura. Noi come Amiche del Museo “costruiamo” ponti, ben felici di farlo.
Durante l’altro convegno che si è tenuto a giugno mi è piaciuto l’intervento dell’unica donna presidente degli Amici dei Musei di Taranto, Patrizia De Luca, che ha con un sorprendente PowerPoint spiegato: Taranto, i problemi dell’Ilva, la sua grandezza e cosa ha generato. Perciò non è solo l’arte ma anche l’ambiente, il turismo sostenibile.
Un paio di settimane fa sono stata a Bilbao e qualcuno mi ricordava “l’effetto Bilbao”. È sensato come argomento riguardo alla trasformazione di un luogo.
La riqualificazione di un territorio come si ottiene? Non è che si debba mandare via la gente, caso mai si inserisce qualcosa di buono, di positivo.
La Federico II è andata a costruire un Campus dentro i giardini di un ex fabbrica della Cirio, ed è successo già cinque anni fa, da qui è nata la collaborazione con la Apple. Duecento cinquanta ragazzi, pressappoco, ogni anno vanno lì, gratis, per studiare e cosa fanno? Problem solving. Imparano a risolvere i problemi, perché ci vuole, sì, lo storico dell’arte, ma, senza fare a meno di una mente allenata a trovare delle soluzioni.
A questo proposito, un altro intervento degno di nota, secondo me, sempre al convegno di giugno, è stato quello del presidente degli Amici dei Musei francesi che per prima cosa ci ha dimostrato ciò che manca a noi italiani e cioè che non sappiamo imporci. Loro cosa hanno fatto? Sono andati dal Ministro della Cultura e hanno detto: “Noi siamo gli Amici dei Musei, circa trecento associazioni, e per il nostro progetto facciamo un partenariato, pertanto vogliamo questo. Ci dovete dare una mano”. Non è: “Potete” darci una mano?”, no, è: “Dovete” darci una mano! È un bell’insegnamento.
Scusate, interrompe Margherita, vorrei sottolineare che il convegno voluto dal presidente della FIDAM, Italo Scaietta, non aveva un tema specifico e potevano partecipare tutte le associazioni.
Che sono accanto ai Musei, aggiunge Serena e prosegue.
La FIDAM ha elaborato una sorta di registro internazionale dove possono inserirsi i Musei piccoli e grandi, non c’è differenza per iscriversi. Questo è di considerevole importanza per la divulgazione massima di un Museo.
Io tengo a dire un’altra cosa, ieri ho ascoltato una persona che ha organizzato con Giulierini l’ex direttore del MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) una fantastica mostra con tutti i reperti di Pompei; in questo momento la si può ammirare a Barcellona, poi avranno varie tappe negli Stati Uniti e in altri luoghi.
È pazzesco portare i reperti di Pompei in giro per il mondo, partendo dai gladiatori, mettendo l’accento su cosa facesse un gladiatore e chi fosse veramente.
Questo mi conferma che la tecnologia è magnifica, ma pensare allo stravolgimento dei Musei non è qualcosa di indispensabile. La tecnologia deve essere al servizio dell’essere umano e non il contrario. Reinterpretare un Museo per renderlo più moderno non serve a nulla. Crea solo confusione. Oggi si ha la fortuna di avere i QR code, le audio guide sul cellulare, praticamente si può fare qualsiasi cosa, scoprire tutto quello che si vuole. Quindi basterebbe inserire il QR code e nient’altro.
Il Museo Correale è una casa trasformata in Museo ed è bello così com’è.
Serena, quali traguardi non avete ancora raggiunto? Il prossimo imminente progetto?
Devo dire che io di progetti non volevo farne granché, visto che comunque le conferenze sono molto laboriose e per come la vedo io la nostra responsabilità deve essere quella di proiettarci fuori e continuare, tramite la cooperazione con altre associazioni, ad agire con costanza come la goccia che scava la roccia.
Qualcuno ha notato che noi Amiche del Museo siamo tutte donne, sì, tutte donne e con una grande forza. In più coltiviamo un ottimo rapporto fra di noi, tenendo conto delle diversità e sentendoci libere di esprimerci.
Il traguardo è riuscire ad andare avanti e mettere la passione in tutto quello che facciamo.
E sono molto felice dopo questo mio anno di presidenza di passare la staffetta a Giuliana Pegge che si insedierà nei prossimi giorni come nuova presidente.
Margherita, com’è la tua esperienza nell’associazione? Tra l’altro tu sei da poco diventata consigliera FIDAM (Federazione Italiana Amici dei Musei), di cosa si occupa la FIDAM?
La FIDAM è una federazione senza fini di lucro, costituita nel 1975, la sede è a Firenze e riunisce settanta associazioni.
Si occupa della tutela e valorizzazione del patrimonio museale e culturale italiano.
Io mi sono iscritta a “Le Amiche del Museo Correale” dopo un anno dalla nascita dell’associazione, nel 2011, dato che tra le socie fondatrici c’erano delle amiche care e mia cognata, sai come quando si fanno le iscrizioni per vedere come va, che cos’è, diciamo a cuor leggero. Devo dire che mi sono sentita coinvolta fin da subito per il fatto che, principalmente, come diceva Serena, si pianificavano delle gite straordinarie con guide d’eccellenza anche a Napoli dove mi sono resa conto di quanto non conoscessi molte cose.
Dopo qualche anno sono entrata nel consiglio direttivo e da lì poi mi è stato proposto di svolgere il ruolo di vicepresidente e a seguire di presidente, nel 2019/2020; poi in realtà, causa COVID, la mia presidenza si è prolungata fino al 2021. Sono l’unica che ha ricoperto l’incarico di presidente per due anni, in quanto ci siamo ritrovate a luglio del 2020, quando si sarebbe dovuta svolgere la nuova votazione, a non poterci incontrare per fare assemblee o altro. Gli ultimi due eventi che ho curato sono stati: un torneo di burraco e la presentazione del romanzo “L’uomo che salvò la bellezza” di Francesco Pinto. Dopodiché ci hanno chiuso. Non si è rivelato semplice rendere partecipi le socie, alla fine mi sono inventata di tutto, persino la creazione di centrotavola pasquali e natalizi. Ci vedevamo online e lavoravamo.
Con la mia presidenza, siccome eravamo iscritti alla FIDAM, è nato l’interesse, la voglia, di uscire fuori dai confini di Sorrento.
La FIDAM ogni anno organizza la giornata nazionale dei Musei che da qualche tempo coincide con l’European day of Friends of Museum.
Le associazioni che partecipano hanno uno stesso tema a cui attenersi e avviene tutto in contemporanea sia in Italia che in Europa.
Io decisi di prendere parte alla giornata FIDAM; il primo anno trattammo i Musei ecclesiastici e programmammo delle visite gratuite con la guida al Museo Diocesano, al Palazzo Arcivescovile e alla Congregazione, che è favolosa, dei Servi di Maria. Fu un successone, avemmo cento presenze.
Riconosciuta la nostra adesione attiva che portava risultati, il presidente, il dottor Italo Scaietta, da quest’anno presidente della Federazione Mondiale Amici dei Musei, cominciò a interessarsi alla nostra associazione che rispecchiava lo spirito FIDAM di fare rete per preservare e divulgare il nostro immenso patrimonio artistico e culturale italiano che non sono solo i Musei, ma finanché i piccoli borghi, infatti la FIDAM collabora con le associazioni delle “Dimore storiche italiane” e con il FAI.
Un giorno il presidente Scaietta mi telefona e mi dice: “Sto venendo a Sorrento”, “Ah, bene!”, dissi io, e in quattro e quattr’otto arrivammo al Museo Correale per una visita e poi tutti/e a pranzo invitati/e da Rossella Di Leva, un’altra socia, all’hotel Riviera. Fu una giornata splendida con un cielo azzurro favoloso, un panorama stupendo e lui, il presidente, si è innamorato di noi, di Sorrento, di tutto. Successivamente è nato un rapporto più stretto e nel novembre del 2022 con la presidenza di Imma Mascolo si è organizzato un viaggio a Mantova, nella città dove risiede Italo Scaietta. Siamo state un weekend e il presidente ci ha fatto vivere delle visite guidate indimenticabili, a porte chiuse, esclusivamente per noi e con guide che non erano guide ma storici dell’arte. Questo rispecchia qual è l’obiettivo della Federazione degli Amici dei Musei; il fatto di connettersi è essenziale per poter ampliare la propria visione.
Poi ad aprile mi arriva un’altra telefonata del presidente che mi propone di far parte del consiglio nazionale, io mi sono consultata immediatamente con Serena e le altre socie, visto il notevole daffare che si prefigurava e dopo un’attenta valutazione mi sono recata a Firenze dove mi hanno votata. Il mio primo consiglio nazionale del 2024, da consigliera, è stato fatto proprio a Sorrento.
Oltretutto in occasione del convegno mi è arrivata la proposta di essere operativa nel comitato di redazione e chiaramente ho accettato. Però tengo a dire che io sono presente in rappresentanza delle Amiche del Museo e non in quanto Margherita Liccardi. Tant’è che non mi sento sola ma supportata.
Concluderei dicendo che noi facciamo tanto, non solo per il Museo Correale, e apprezziamo l’arrivo di nuovi/e soci/socie, ma essenzialmente puntiamo a tenere in cima a tutto lo spirito dell’associazione e cioè essere a favore dell’arte e della cultura, non dimenticando il territorio.
A cura di Maria Grazia Grilli
Foto di Annalisa Mazzarella