La moda racconta di noi

La moda racconta di noi, dei nostri stati d’animo; è una risorsa economica e culturale che affonda le sue radici nella fantasia e nel talento.

“L’abbigliamento è l’espressione della società”, affermava Balzac.

L’aspetto sociologico potrebbe essere racchiuso in due punti di vista: mi vesto come gli altri per sentirmi parte del mio gruppo sociale, oppure mi vesto in modo diverso da tutti/e per esprimere la mia individualità.

Che tipo di rapporto ha la moda con il corpo? Che valori veicola?

Attenzione, questi valori non dovrebbero essere: sessisti, classisti e razzisti.

La moda è lo specchio dei comportamenti collettivi?

Non è un gioco, può essere divertente, ma non come un gioco. E questo appare chiaro se si pensa alle “Leggi suntuarie” che si fregiavano di obblighi e divieti per quanto riguardava la moda sia maschile che femminile.

E a guardare bene, ancora oggi, in alcuni luoghi, vigono proibizioni di vario genere, in particolar modo per le donne.

La moda veicola messaggi, racconta i popoli.

Vive di creaività, di gusto e di esperienza condivisa.

Come mi vesto per andare in ufficio, a un party, a fare la spesa o alla serata degli Oscar?

A volte ci si veste da sera la mattina o da mattina la sera?

Quando si sceglie un abito bisognerebbe controllare il proprio stato emotivo per non avere brutte soprese il giorno dopo, quando lo stato vitale è cambiato, ossia guardarsi allo specchio con il nuovo abito e pensare: “Come ho fatto a non vedere quanto non mi piaccia?” Ecco la moda è anche questo: la proiezione del nostro stato vitale.

In conclusione, appoggiandomi a “Il ruolo della moda nei processi di inclusione ed esclusione sociale ovvero la teoria di Simmel“, direi: “… l’abito, e più in generale la moda, può essere definito come un linguaggio, tale, per cui essi costituiscono i canali attraverso i quali ciascuno di noi esprime il suo messaggio iniziale nei confronti degli altri. Tale paragone si rinviene nella letteratura più autorevole in materia di moda: anche Barthes ha più volte affermato che “il mezzo è il messaggio”, sicché si potrebbe dire che l’abito indossato costituisce il primo strumento di comunicazione.

A ben vedere, infatti, prima ancora di esprimersi attraverso le parole, l’uomo comunica a chi gli sta di fronte qualche elemento relativo al ceto e/o al gruppo di appartenenza o di riferimento (intellettuale, business man, bohemien, no global, …), alle caratteristiche individuali e di personalità (estroverso, introverso, conformista, anti-conformista,…) e agli atteggiamenti manifesti (esibizionista, aggressivo, sottomesso, …)”. 

Insomma, insomma, questa moda cosa ci fa? E soprattutto come ci fa? Il punto è che la moda c’è e ci fa pure.

A cura di Maria Grazia Grilli

Foto dal web

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