Eccellente Francesca Fagnani nel dimostrare che le “Belve” non sono poi così malvagie.
Un proposito geniale. Si potrebbe dire.
“Belve” è uno di quei programmi televisivi che rimangono legati a un conduttore o conduttrice. Mai qualcuno riuscirà a usurparne il posto. Potranno soltanto tentare e vivere la conseguente sconfitta, a parte rare eccezioni, naturalmente, e fino a prova contraria.
In Belve, l’appeal unico della Fagnani è innegabilmente vincente.
“Belve” è divenuto un cult nelle sapienti mani fagnaniane. Sarà sempre riconducibile a lei: la domatrice dolce e scaltra che concede a volte molto, altre niente e altre ancora glissa, ma ormai è fatta: la belva è caduta, perché in fondo è caduca.
Con il suo savoir-faire le canta e le suona.
Garbo sì, ma se l’irritazione la scombussola, ella, la trattiene quanto basta per il resto la esprime con nobiltà.
Doma chiunque cerchi di “disarmarla”, buttandole giù la frusta, immancabilmente, però, le “busca”.
E sia consacrata regina della tv. Giornalista seria e impegnata nel gioco che tanto predilige: scoprire, “denudare”, chi ha di fronte.
Ci sa fare alla grande con le “Belve”; non esiste persona al mondo che possa eguagliare la sua abilità. Che esagerazione? È probabile. E allora: chi potrebbe farlo? Mi pare di sentire i nomi, i cognomi, ma niente di eclatante, discount più che altro.
È lei l’ideatrice del programma insieme a Irene Ghergo, che non ha certo bisogno di presentazioni. In più la struttura tecnica è evidentemente all’altezza e mi riferisco in particolar modo alla regia che è a cura di Mauro Stancati.
La Fagnani non è bella come il “mondino” vuole, ma nel modo che la natura desidera. E per chi non lo sapesse la natura brilla di una luce che: “Non ce n’è per nessuno”, direbbe una persona che conosco.
Imbattibile la Fagnani. Chiaramente alcuni/e la amano e altri/e neanche un po’. Ma è essenziale constatare che piaccia o meno la cioccolata non perde le sue caratteristiche. Ecco la Fagnani è simile alla cioccolata, fondente preferibilmente.
E poi è preparatissima, “Belve” è solo in apparenza un talk show leggerino, eh sì, veicola intenzioni e messaggi importanti, sottili, che andrebbero individuati.
Ha studiato la Fagnani e lavorato parecchio, non si è data solo all’intrattenimento. Innanzitutto si è occupata di giornalismo d’inchiesta, trattando temi come la mafia e la criminalità organizzata, da sottolineare che ha scritto un libro fortemente impegnativo: “Mala Roma criminale”, ma non vorrei riportare qui il suo curriculum, bello corposo e ricco.
Sa stare al suo posto, prendendo posizione con onore, non è la signora del giorno di festa.
Dice ciò che sente senza compiacimento, è ostinata in modo appropriato, confacente, non lascia passare “le magagne” se intravede l’arroganza. Scoppia a ridere, si diverte sul serio, che sembra una ragazzina e questa è un’altra sua carta vincente.
Cambia espressione se una parola, un’idea, le toccano una corda sensibile, in pratica non fa la cattivona ona ona, ma nemmeno la finta buona, ci va di misura insomma.
E se è “Una merla con il collare”, come dice Antonio Ricci, si vedrà.
La Fagnani è fantasticamente intelligente, tanto da sapere che se Ricci parla di lei vuol significare che è all’apice della carriera. Ricci non si scomoda per le merle o meglio solo per quelle con il collare.
Per ora Francesca Fagnani, altro che merla, è un’esperta del saper comunicare. Avrà anche paura, forse, di andare in onda, com’è ipotizzabile, immaginabile, e sbaglierà pure telecamera, come ha raccontato lei stessa, ma indubbiamente ha messo a fuoco un buon metodo di risoluzione per non lasciarsi ostacolare da timori ed errori.
In “Belve” i tempi di interazione nelle interviste sono straordinariamente tra i più televisivi che ci siano nel panorama degli ultimissimi anni.
Aspettarsi ancora molto dalla Fagnani è senza ombra di dubbio un bene.
A cura di Maria Grazia Grilli
Foto di Assunta Servello