Kefìr, elisir di benessere…e non solo
La globalizzazione da decenni ha preso il sopravvento nelle nostre vite. L’economia internazionale circola tra un continente e l’altro al ritmo di click sul mouse e tick sulla tastiera. Le news fanno il giro del mondo in un attimo.
Siamo alla continua ricerca di nuovi prodotti e soluzioni che soddisfino non solo le nostre tasche ma anche il nostro corpo.
Il punto è che abbiamo sempre più paura di andare via troppo presto e di essere sconfitti dal male che noi tutti oramai conosciamo.
Per questo abbiamo imparato a conoscere e a introdurre sempre più ingredienti extracomunitari in cucina un tempo sconosciuti come, ad esempio la curcuma per le sue proprietà antiossidanti, il cumino per l’effetto antinfiammatorio e sedativo, altre spezie orientali, bere ginseng, fare merenda con le bacche di goji. Cerchiamo in ogni prodotto il suo effetto positivo perché ci fa sentire meglio.
Ecco perché da alcuni anni anche in Italia è approdata la cultura del kefìr <pronuncia con l’accento sulla ì>. Una antichissima bevanda ottenuta dal latte e nata nelle regioni caucasiche della Russia (tra il Mar Nero e il Mar Caspio). Secondo la leggenda, Maometto avrebbe donato i primi grani di kefir agli avi dei montanari del Caucaso, che per questa ragione lo chiamarono “miglio del profeta”.
Il kefìr è il risultato della fermentazione del latte dopo 24/48 ore. Grazie all’azione di oltre 30 ceppi di batteri, la bevanda viene privata del lattosio (nutrimento dei batteri) per cui diventa consumabile anche per chi soffre di intolleranze al lattosio.
E’ ricco di nutrienti e apporta notevoli benefici al corpo umano come il rafforzamento del sistema immunitario, la regolarità intestinale, la prevenzione dalle malattie degenerative neurologiche oppure l’importante proprietà antiossidante e tanti altri. E’ molto più potente dello yogurt per i suoi tanti effetti.
E’ un prodotto facilmente ottenibile a casa attraverso una semplice operazione di colatura da fare quotidianamente (o al più ogni due giorni).
Simile al kefìr di latte esiste anche il kefìr d’acqua. I tibicos, ovvero i fermenti che realizzano il kefìr d’acqua, a differenza dei precedenti, si nutrono di zuccheri (saccarosio e glucosio) diluiti in acqua oligominerale. Il risultato del kefìr d’acqua è una bevanda leggermente frizzantina (per effetto della fermentazione) non affatto dolce così da poter essere bevuta anche da persone affette da diabete (si suggerisce ad ogni modo sempre il consulto del proprio medico).
Tra i due tipi di kefir, a mio avviso, è giusto dare più importanza a quello di latte poiché è molto più ricco di batteri che aiutano il nostro corpo a stare e a sentirsi meglio.
Ma andiamo oltre. Il kefìr di latte può anche rivelare tante altre potenzialità che non tutti potremmo immaginare. Infatti, oltre ad essere un valido sostituto del latte o dello yogurt nelle ricette, filtrando il siero di cui è composto, il kefir si trasforma in un buon lievito naturale (come lievito madre) adatto a tante ricette dolci e salate. Il siero del kefir può essere, inoltre, utilizzato anche come detergente della pelle (maschere del viso) e infine sgrassante per la cucina e anticalcare. Meglio di così?!
Come avere i granuli di kefìr e cominciare l’arte della colatura? Fortunatamente in Italia oltre ai tanti siti web che spiegano trucchi e consigli su come produrre al meglio questa bevanda esiste anche un interessante gruppo sul social Facebook che si chiama KefirMania e non solo con all’attivo quasi 52.000 membri iscritti. In questo gruppo oltre a formulare tanti dubbi e quesiti o condividere esperienze è possibile contattare alcuni membri che hanno volutamente deciso di donare i granuli ad altre persone per consentirne l’avvio. Infatti, sebbene alcune aziende in Italia vendono granuli di kefir certificati, la tradizione caucasica vuole che chi intende cominciare a produrre kefìr debba ricevere in dono i primi granuli che poi si moltiplicano a vista d’occhio giorno dopo giorno.
E allora…..buon kefìr e benessere a tutti!
Alessandro Testa