Ilaria ci racconti cosa ti ha spinto ad aprire un account su Onlyfans e se per te è stata semplice come decisione?
Ho aperto il mio canale OnlyFans nel Novembre 2021, dopo averlo scoperto nei mesi precedenti grazie ad altre creator che lo pubblicizzavano sui loro canali Instagram. Non è stata una decisione semplice in quanto ero e sono consapevole che, soprattutto in Italia, è un argomento abbastanza ostico. Ho riflettuto e pensato molto, mi sono imposta dei vincoli, soprattutto sulla tipologia di contenuti, e infine ho deciso di aprire anche io il mio canale.
Il tuo primo contenuto quale è stato e che tipo di riscontro ha avuto?
Ho iniziato facendo foto in intimo un po’ più hot rispetto a quelle presenti su Instagram, foto di nudi non espliciti (vedo non vedo) e ho notato un successo molto più alto di quello che mi aspettavo. Pensavo potessi accumulare qualcosina in un mese… 100, 200 euro e invece son finita a comprare casa.
Quando hai capito che poteva diventare a tutti gli effetti un lavoro e farti guadagnare tanti soldi ?
L’ho capito dopo il primo mese e mezzo quando gli introiti erano abbastanza alti da poter mantenermi e ho deciso quindi di farlo diventare un lavoro a tutti gli effetti. In realtà, ovviamente, i primi mesi sono stati quelli con gli introiti minori: via via che passa il tempo la cerchia dei miei fan si ingrandisce sempre di più e di conseguenza aumentano gli introiti
Nella nostra società c’è un pregiudizio che circonda il lavoro sessuale in generale e quindi anche il lavoro su onlyfans. Per te è stato difficile dirlo alla tua famiglia, ai tuoi amici e/o conoscenti ? Le loro reazioni quali sono state?
La mia famiglia non ha avuto nulla da obiettare a riguardo, così come i miei amici. Anzi, si divertono a chiedermi quanto ho guadagnato in un giorno e che contenuti ho fatto. Purtroppo, ad oggi, il lavoro da sex worker viene visto come qualcosa di disdicevole, di negativo. C’è tanto lavoro dietro, sia in termini di tempo impiegato, in termini di pazienza con chi c’è dall’altra parte, in termini di inventiva. Nella società moderna, soprattutto attraverso i social, ci si sente in diritto di giudicare e additare chi la pensa in maniera diversa da te. Si è pronti a mettere alla gogna la content creator ma non „il cliente“. Sai quante volte ho letto tra i vari commenti „come pensi di trovare lavoro“? L’ho trovato e dove lavoro tutti sanno quello che faccio una volta svestita dai panni di cybersecurity analyst. Purtroppo ci si focalizza sulle content creator ma non si vuol capire che chi compra i contenuti potrebbe essere il pediatra che ti visita il figlio oppure il salumiere che ti da l’affettato.
Come gestisci tutte le richieste che arrivano al tuo account e come gestisci il tuo tempo per onlyfans?
Riesco abbastanza bene, ovviamente dipende dal periodo e dalle richieste. A volte chiedo di aspettare. Sono una e faccio tutto da sola, quindi in un modo o nell’altro cerco di accontentare tutti, nei limiti delle mie possibilità.
Che target di persone sono iscritte al tuo canale?
Non esiste un target ben preciso: possono esserci operai, avvocati, medici, impiegati. Sono uomini sia single che sposati. Gente egocentrica, il cui unico scopo è mostrarsi (e pagano me affinchè io li guardi), gente che invece lascia a me la scelta sul contenuto da inviare.
Ho anche incrociato imprenditori ma comunque considera che la maggior parte vuole restare anonima quindi, non conosco neanche il loro nome, figurati cosa fanno.
La richiesta più strana avuta finora?
Ce ne sono a centinaia e centinaia. E’ difficile sceglierne una in particolare.
Ho trovato chi mi chiedeva dei video in cui mi toccavo il viso con i guanti in lattice, chi voleva che facessi una chat parlando esclusivamente di un pigiama in seta, chi voleva che raccontassi delle storie dove io non ero presente, chi voleva essere umiliato ma dolcemente, chi voleva dei video mentre fumavo, chi voleva dei video in cui facevo finta di prenderlo a calci nei testicoli, chi voleva video dove facevo finta di praticarmi un massaggio cardiaco. La cosa che mi viene richiesta più frequentemente è il “dickrating”, cioè la valutazione del pene. Sì, mi pagano, e anche in tantissimi, affinchè io possa dire la mia sul loro pene.
Intervista a cura di Salvatore Vincenzo Catapano