BISOGNA RISPETTARE I PARAMETRI DELL’UNIONE EUROPEA: PIU’ GREEN…IL numero di impianti di trattamento rifiuti in questa zona sta raggiungendo livelli assurdi, siamo passati da una pianura a vocazione agricola al POLO REGIONALE DEI RIFIUTI. Al centro della pianura ex Campania Felix c’è il Termovalorizzatore di Acerra, fino al 2016 trattava 714 mila tonnellate l’anno, con il nuovo piano dovrà passare da 714 tonnellate l’anno a 750 000 tonnellate l’anno diventando uno dei più grandi d’Europa. Il territorio che va da Nola ad Acerra è costituito da una piana depressa con quote medie inferiori a 40 m e presso S. Vitaliano, che è la parte più bassa le quote sono di circa 20 m sul livello del mare, la circolazione atmosferica è condizionata dai rilievi carbonatici appenninici, che formano un arco orientato da Sud Est a Nord Ovest e limitano l’afflusso delle masse d’aria di provenienza settentrionale ed orientale, e dall’apparato vulcanico del M. Somma Vesuvio, ubicato a Sud del territorio comunale, che limita l’influsso delle brezze marine provenienti dal Mar Tirreno. Questa configurazione orografica ha importanti effetti sulla dispersione degli inquinanti. Infatti il ricambio atmosferico è ostacolato dalle barriere costituite dai monti circostanti. In effetti il dislivello fra le zone depresse circostanti è di oltre 1000 m per le sommità dei rilievi (M. Somma Vesuvio, M.ti di Sarno, Mt. Avella) e di oltre 400 m per le zone collinari più prossime (Camaldoli, collina di Cancello). Quindi la variazione di quota è tale che in caso di inversioni termiche nei bassi strati la zona più depressa risulta quasi completamente confinata a causa dell’orografia.
I dati ARPAC 2021, certificano che la nostra aria peggiora anno dopo anno la Piana Acerra-Casoria-Pomigliano-Nola soffre di mal’aria. IL BOLLETTINO pronostica quanto segue: a Pomigliano D’Arco sorgerà un Impianto di compostaggio che dovrà trattare più o meno 30 mila tonnellate di rifiuti umidi (frazione organica); a Marigliano sorgerà un Impianto di compostaggio che dovrà trattare più o meno 30 mila tonnellate di rifiuti umidi (frazione organica); a Caivano sorgerà un Impianto di compostaggio, un «biodigestore anaerobico» capace di trattare 40.000 tonnellate di umido. Al nuovo piano regionale bisogna aggiungere le nuove autorizzazioni al trattamento rifiuti “pericolosi” alle note ditte con sede in San Vitaliano ed Acerra. Bisogna aggiungere gli impianti stir di Caivano Giugliano Tufino e le tante aziende che trattano i rifiuti presenti ed operative sul territorio. Il nostro territorio già compromesso da impianti “privati” e da una “antropizzazione” da terzo mondo, assenza quasi totale di una rete di trasporti pubblici, assenza totale di piani traffico nei vari comuni e strade con rifiuti abbandonati e pronti per essere accesi, costruzioni abusive e continuo consumo del territorio e zone che aspettano da diversi anni bonifiche. Dal 2004 l’aria di questa zona è stata dichiarata da uno studio a supporto del piano risanamento aria della Regione campania aria da RISANARE, i dati della rete regionale andata a regime solo nel 2014,dal 2014 fino ai primi sei mesi del 2018 confermano che le polveri sottili Pm10 sono fuori controllo . Continuare a costruire nuovi impianti su un territorio con una morfologia particolare è un CRIMINE. Non sono gli Impianti di compostaggio che ci fanno paura è il traffico dei Camion e tutto il “il traffico illegale” che ruota intorno ai rifiuti. IL NOSTRO TERRITORIO HA BISOGNO DI RISANAMENTO. STOP A NUOVI IMPIANTI E AL CONSUMO DEL SUOLO..
Gli slogan che voi state vendendo a noi poveri ignavi: Faremo un’ impianto nel rispetto delle norme, ( ci mancherebbe), sarà un impianto “moderno” ed “ecologico” (tutto vero). Quello che non direte è la realtà del “luogo”, un impianto a “norma” non crea problemi in un luogo dove non ci sono siti da bonificare e la qualità dell’aria e del suolo è “decente”, dove la raccolta differenziata è “seria”. I dati ufficiali descrivono una realtà “assurda” e “gravissima”. Una realtà che molti fanno finta di non vedere, i dati Arpac certificano che la nostra Aria è da risanare (Secondo l’OMS respiriamo in un anno più o meno 10 giorni con aria decente). Le bonifiche dei siti inquinati non sono mai partite. I dati dei rifiuti urbani non sono “congrui”, molti comuni della provincia di Napoli fanno il “miracolo” di raccogliere con la raccolta differenziata una percentuale altissima di organico, più o meno il 50% del differenziato. Facciamo la raccolta differenziata o facciamo MIRACOLI? Un esempio, comune a molti comuni della provincia di Napoli. Anno 2019 fonte ISPRA. Cicciano con una raccolta al 53,68 il 61% e organico, Brusciano con una raccolta al 55,35% il 53,1 % è organico, Marigliano con una raccolta al 48,29 % il 52,47% è organico.
Visto che l’organico dovrebbe essere più o meno il 38-40 % del differenziato, la domanda nasce spontanea da cosa è composto l’’organico raccolto nei nostri comuni? Cosa c’è nell’organico raccolto? Con questo organico raccolto funzioneranno gli impianti di compostaggio? Con i dati della provincia di Salerno c’è già una risposta, il Magistrato Cantone ha “scoperto”: l’impianto di Salerno funziona male perchè l’organico raccolto è di pessima qualità. Ovvero, nell’umido raccolto c’è di tutto e di più. Se l’impianto, da realizzare a Cicciano, è ugual a quello di Salerno, un impianto con trattamento integrato di digestione anaerobica del rifiuto con produzione di biogas ed energia elettrica e successivo post compostaggio aerobico, allora non parliamo più solo di compostaggio, ma anche di una centrale a Biogas. Il biogas produce ossidi di azoto. Gli ossidi di azoto si possono ritenere fra gli inquinanti atmosferici più critici, non solo perché il biossido di azoto in particolare presenta effetti negativi sulla salute, ma anche perché, in condizioni di forte irraggiamento solare, provocano delle reazioni fotochimiche secondarie che creano altre sostanze inquinanti (“smog fotochimico”): in particolare è un precursore dell’ozono troposferico e della componente secondaria delle polveri sottili. Senza qualcosa di concreto per bonificare la nostra aria, l’impianto, attualmente si inserirebbe in un contesto ambientale già fortemente a rischio. IL NOSTRO TERRITORIO HA BISOGNO DI RISANAMENTO. STOP A NUOVI IMPIANTI .
a cura di Rosalba Lisbo Parrella