Lo siamo stati tutti.
Altro che storie fantastiche, ai bambini dovremmo raccontare di come siano meravigliosi loro.
Ci si rende conto di quanto riescano a essere chiari, efficaci e senza maschere? Dicono certi “No” che paiono bombe. Se non gli va non sorridono neanche con la cannonate. Parlo di bombe e cannonate non a caso. Perché i veri geni che sanno come si vive sono loro. Le bombe sono capaci di farle con la carta credendo, fino in fondo, che siano vere. Le cannonate sono lanci di colori a cera consumati, che fanno un po’ male a dire il vero. Fingono fino allo spasimo di scappare e schivare i colpi, infine eleggono un vincitore e poi ricominciano sperando nella rivincita.
Ma quand’è che “i grandi” hanno perso il gusto di giocare? In che momento si è deciso che le cose andavano fatte in un certo modo? Ma soprattutto perché? Perché è stata presa questa decisione?
I bambini e le bambine penseranno di essere “Caduti/e” su uno strano pianeta. O forse no, loro sanno tutto e sono qui per aiutare. Desiderano far comprendere che si può giocare ancora, anche se si è alti un metro e ottanta.
I bambini e le bambine sono piccoli/e e bassi/e di statura, ma sanno cose che noi non riusciamo a immaginare, avendole dimenticate, anche perché quando sono molto piccoli non capiamo cosa dicono, perciò pensiamo e di conseguenza affermiamo che ancora devono imparare a parlare, io non ne sarei così sicura. Ovviamente bisognerà intendersi sul vero sapere.
Loro giocano ininterrottamente, ovunque. Anche gli adulti amano giocare, con i selfie però. Al gratta e vinci, in borsa e altra “roba del genere”.
Siamo certi che smettere di giocare come si faceva da bambini sia sano? E che non farsi un giro a nascondino o ad acchiapparella sia un modo corretto di vivere?
I bambini e le bambine non sanno nulla di lavoro, soldi, mutui, mariti, mogli, figli e tutte quelle faccende da adulti. Sanno tutto sul gioco, l’amore, la gioia, l’entusiasmo.
Gli adulti si immedesimano in un “ruolo” e lo agiscono tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti e tutti i secondi, divenendone prigionieri. Non lo mollano, il ruolo, a meno che non ci sia qualcosa che li “sconquassi” e pure lì non è poi così scontato.
Lungo il tragitto dal/la bambino/a all’adulto/a, troppo spesso si finisce in un girotondo egoico.
C’è bisogno di un girotondo creativo: “Tutti giù per terra”.
Giocare a nascondino almeno una volta al mese sarebbe un toccasana per tutti gli adulti del mondo.
L’adulto che riconquista il potere del gioco, lascia libero/a il/la bambino/a fuori e dentro di sé.
A cura di Maria Grazia Grilli
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