EURO 2024: SERBIA – INGHILTERRA 1 – 0 I vicecampioni in carica conquistano i tre punti, ma non convincono come ci si aspettava.

Gelsenkirchen, Veltins Arena. Il dream team d’oltremanica vince, ma non dà spettacolo. Nel gruppo C l’altro match, tra Slovenia e Danimarca, finisce 1 a 1, quindi è probabile che la squadra sia scesa in campo già appagata e, forse, troppo fiduciosa. Nel primo tempo la rete di Bellingham è bellissima: il passaggio sulla fascia lo fa lui dal centrocampo, poi si dirige verso l’area di rigore avversaria senza mai guardare la porta, arriva e insacca di testa. Uno schema chissà quante volte provato. Fino alla fine del primo tempo, poi, gli Inglesi gestiscono il vantaggio senza alcuno sforzo. Qualche azione in ripartenza, un ottimo
possesso palla, almeno fino al 30mo. La Serbia, nel frattempo, prende coraggio e inizia a crescere. La rete del pareggio, però, non arriva.

Ad inizio secondo tempo gli uomini di Stojkovic fanno valere la fisicità e iniziano a mettere in difficoltà gli avversari. Il possesso palla è pari, così come le azioni pericolose, che in realtà non sono tantissime. Intorno al sessantesimo l’Inghilterra retrocede e inizia a difendersi molto più del solito, spazzando via palle facilmente gestibili e mostrando grosse difficoltà. Adesso la Serbia è pericolosa, ma non riesce a capitalizzare: ansia da prestazione. Al 76mo Rajkovic respinge il colpo di testa di Keane, unico sussulto di
una noiosa Inghilterra che non chiude il match, come ci aspettava al fischio d’inizio. Cinque minuti dopo è Pickford che deve fare gli straordinari per impedire il goal del pareggio.
La Serbia non riesce a pareggiare e Orsato manda tutti negli spogliatoi.

L’Inghilterra conquista i tre punti nel girone, ma le aspettative erano altre. Nei primi venti minuti si è vista una squadra perfettamente messa in campo, forte, determinata. Tutt’altro nel resto della partita. Un risultato utile, ma decisamente insoddisfacente, se pensiamo a quanto i media abbiano spinto per promuovere questa squadra a leader dell’Europeo 2024. Almeno per ora.

A cura di Clemente Scafuro