In realtà c’è ben poco da esultare: mister Spalletti prova quattro cambi è l’ultimo è proprio quello di Zaccagni al posto di Darmian al minuto 80. Quello che in sostanza salva la faccia ad un team scarso nel carattere e nel gioco.
La squadra non gira per niente, non riesce nemmeno una triangolazione in circa cento minuti di partita; l’attacco gioca sempre spalle alla porta e non riesce quasi mai ad entrare nell’area di rigore avversaria. Poi passaggi sbagliati, un possesso palla inesistente, nessun contrasto vinto. Gigi Donnarumma è il miracolo italiano di questa serata e dimostra di avere una mole talmente colossale che tutta la nazionale dovrebbe prendere ad esempio. E invece…. Quello che innervosisce è l’atteggiamento di tutte le maglie azzurre, dalla difesa all’attacco: disattenzione, incapacità di giocare una palla anche semplice, zero tiri. Donnarumma salva la rete sul rigore di Modric al 51mo: freddo e deciso, respinge la palla sui piedi della nostra difesa, che puntualmente dimentica l’attaccante croato Modric, non
uno qualunque, che mette la palla nel sacco per l’uno a zero.
Nel frattempo, la Spagna conduce per uno a zero il match contro l’Albania. Dopo il goal subito, gli azzurri iniziano a correre un po’ di più, a pressare, ma la Croazia reagisce bene, con il fisico e soprattutto con la mentalità, giocando quasi al torello con ciascun avversario. Le immagini di Spalletti e Buffon sconsolati la dicono lunga: inutile, con questi elementi, preparare schemi e tattiche di gioco, perché i vari Barella, Pellegrini, fanno di testa loro e puntualmente sbagliano. Caro Mister, il suggerimento è quello di ricostruire una nazionale con atleti che prima di tutto abbiano voglia e passione, perché al momento questo non si nota, non c’è.
Nel forcing finale, dopo una serie infinita di cartellini gialli soprattutto a danno della Croazia, errori clamorosi sottoporta, gioco spezzettato e rassegnazione, esce il coniglio dal cilindro: al minuto 97 e trenta secondi Zaccagni su assist di Calafiori piazza alle spalle di Livakovic un pallone insperato, forse l’unico giocato bene in tutto il match. L’azione del numero 20 ricorda un po’ il goal nei supplementari di Italia Germania del 2006, la semifinale dei mondiali. I cognomi sulle maglie, però, non sono gli stessi: in quell’occasione c’erano Del Piero, Cannavaro, Zambrotta, Materazzi… L’attuale formazione Azzurra deve crescere ancora e ancora e soprattutto deve lavorare, con la testa e con il fisico, già a partire da stasera, perché dalla prossima partita sarà dentro o fuori e più che metterci il cuore, i tifosi rischiano di giocarsi il fegato!
In conclusione, l’Italia pareggia e passa come seconda del girone. La Croazia se la potrebbe giocare con le migliori terze, ma è difficile, data la differenza reti. Il passaggio agli ottavi, però, è immeritato. Comunque, ora, testa alla Svizzera.
A cura di Clemente Scafuro