È la storia di una “relazione tossica” attraverso il racconto della protagonista che Margherita Romeo Messeri, anche interprete con Francesco Nappi, porta in scena con Julio e Bea al Teatro Elicantropo di Napoli da giovedì 22 febbraio 2024 alle ore 20.30 (in replica fino a domenica 25).
Presentato da Simposi del Mediterraneo e Associazione Teatrale Aisthesis, l’allestimento affronta la nascita, lo sviluppo e la fine di una relazione ”distorta” tra due tipici soggetti patologici: Narciso (egocentrato, non empatico, dipendente da sostanze tossiche) e Eco (non centrata su stessa, eccessivamente empatica, dipendente dall’ approvazione di Narciso).
Julio, interpretato da Francesco Nappi, è un clown, un poeta, un artista di strada. Bea, interpretata da Margherita Romeo Messeri, è una cantante e una danzatrice, anche lei fa arte di strada.
La storia muove verso la disgregazione della personalità Patologica di ”Eco” (Beatrice) che, dapprima piena di vita, creativa e con un figlio da crescere, inizia ad essere vittima di attacchi d’ansia e crisi depressive.
Ciò accade quando la personalità patologica ”Narciso” (Julio) prende possesso del suo spazio privato e quotidiano, esaltando l’amore per lei e umiliandola sul piano artistico, personale e sentimentale.
Arrivata a un punto di profonda crisi personale, Bea decide finalmente di liberarsi di Julio, ma non sarà facile, poiché Narciso, notoriamente, non accetta l’umiliazione del rifiuto.
«Questa storia – spiega Margherita Romeo Messeri – viene raccontata sulla scia di una esperienza autobiografica. Francesco Nappi, amico prezioso e collega insostituibile, seguendo un percorso di studio volto allo psicodramma, ha dato un forte stimolo verso la realizzazione di un atto psicomagico e liberatorio, curativo, quale è e deve essere, appunto, il Teatro».
Negli ultimi tempi si parla molto di correlazione tra narcisismo patologico e violenza di genere, ma non è detto che sia sempre il maschio ”tossico” a giocare il ruolo del Narciso carnefice.
Julio e Bea sono semplicemente lo specchio di due personalità attuali, che, spesso, abbiamo già incontrato nella vita. Sono vittime di un disagio talmente comune e talmente pericoloso, qui “affidate” alla funzione catartica del teatro, che in questo testo ha un ruolo centrale.