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Con Leonardo l’essere umano cambia pelle

Leonardo da Vinci navigava a vista tra i segreti della vita, della morte, della scienza, della divinità e della fede.

La storia dell’arte è affascinante, similmente lo sono i suoi protagonisti.

Parlare di Leonardo da Vinci non è poi così complicato se si dà una sbirciata alle pagine e pagine scritte su di lui, ben altra cosa è percepire la sua essenza al di là delle abilità innegabili.

Disse di lui Freud: “Leonardo, un uomo che si svegliò troppo presto dalle tenebre, mentre gli altri uomini dormivano ancora”.

Il da Vinci ha cercato di dimostrare quanto l’arte vinca su tutto.

Capace di creare un’opera diventata capolavoro vivente come la Gioconda che si suppone non ci abbandonerà mai, identicamente a Marilyn Monroe, se si potesse giocare al gioco del paragone, forse estremo per qualcuno, una in pura tela e l’altra in carne e ossa, diventata polvere di stelle che brilla tuttora.

Leonardo non gareggia con la natura e ne escono tutti e due vincenti. Sarà chiaro a chiunque il perché? È semplice. Non esiste gara tra il capolavoro che è, indiscutibilmente, la natura, e il genio, Leonardo, egli stesso capolavoro della natura, come del resto tutto il creato.

Il da Vinci, profeta in patria, profetizzò l’invisibile oggi visibile. Capita a chi ha doti e genialità in abbondanza.

Leonardo pare che non sia stato il più bravo, gira voce tra gli esperti, ma sicuramente il più sensibile e con un’indole intuitiva molto sviluppata. D’altro canto che fosse più di un pittore è risaputo. In realtà, potremmo definirlo un divino esploratore.

Si intuisce, leggendo tra i righi della storia narrata, che l’essere un figlio illegittimo abbia turbato, se non molto, almeno un po’ la sua vita, quel tanto che basta da spingerlo verso l’ingordigia della conoscenza e dello studio di varie discipline: la pittura, l’oreficeria, l’architettura, la scultura e molto altro. Anche se mai si spezzò in due dalla fatica.

Diceva di lui Vasari: “Nessun altro gli fu pari. Vedesi bene che Leonardo per l’intelligenza dell’arte cominciò molte cose e mai nessuna ne finì, parendogli che la mano aggiungere non potesse alla perfezione dell’arte nelle cose, che egli si immaginava, conciò sia che si formava nell’idea alcune difficoltà tanto maravigliose, che con le mani, ancora che fussero eccellentissime, non si sarebbero espresse mai”.

Portare a termine qualcosa può essere barboso, infatti il Cenacolo lo finì controvoglia, poiché la sua mente era già lontana, intenta a fantasticare nuove visioni.

Sfaticato che non era altro? Ma no. S’è già detto, seppur con parole diverse, lui volava subito dopo aver toccato terra. L’amore per l’idea, l’ispirazione e non il lavoro in sé, visto che la mano non riusciva a seguire la mente.

Leonardo fu attratto dallo studio del cuore e su di esso scrisse: “Il cuore è un muscolo principale di forza ed è potentissimo sopra li altri muscoli…”.

L’unico testo fondamentale per lui era “Il libro della natura”; Leonardo, incapace di disarmonia e devoto all’armonia, dedicava alla bruttezza la stessa attenzione che rivolgeva alla bellezza. Si comportava analogamente alla natura che non scarta nulla, neppure quel che non le piace, non ha morale, ha regole superiori a quelle degli uomini che raramente si pongono le domande sul perché di qualunque cosa.

La grandezza del genio si riconosce dalla sua consapevolezza della verità che esiste nel grado più elevato delle cose, nonostante qualcuno non la veda.

Leonardo ha agito come un bambino che smonta l’orologio per vedere come è fatto dentro, ha cercato all’interno dell’uomo e della donna, nel cuore soprattutto, il mistero della creazione e dell’arte che vive nell’espressione. Una girandola tra microcosmo e macrocosmo. Il collegamento tra l’interiorità e l’esteriorità. Oggi diremmo che Leonardo era un fan della proporzione divina, portatrice di equilibrio. In fondo se ne è occupato altresì Walt Disney in “Paperino e la Matemagica”, ma non si confonda il diamante con il carbone, anche se…

Leonardo è lo scienziato del talento con alcune delle più grandi illuminazioni dello spirito.

Tutto quel che c’è da dire sul da Vinci è espresso splendidamente da Berenson: “Nulla egli toccò che non tramutasse in bellezza eterna”.

Chi sia stato Leonardo e come l’opera sua abbia contribuito a far comprendere ciò che si intende quando si parla di arte è difficile da esprimere, decidiamo la grazia in base a criteri tramandati e non a straordinarie trasformazioni come il bruco che diviene farfalla. Sono produzioni del mentale e non della sublime metamorfosi. Tutto può essere arte e allora la natura ci batte.

Stiamo a quel che la superfice ci concede e non tuffiamoci nel mare del mistero per conoscere l’inconoscibile che pure è la strada artistica che si fa maestra. Tanto poco o niente capiremmo. Fidiamoci del Leonardo che ammiriamo attraverso lo sguardo suo che è ovunque lui abbia messo mano, intelletto e cuore.

Se Leonardo ha avuto una bramosia quella è inesorabilmente stata l’incompiutezza, tanto studiava, immaginava e pochissimo concretizzava. Questa la sua grandezza? Pare di sì. Che poi a guardar bene quel “pochissimo” a qualche persona potrà sembrare tantissimo.

È importante sottolineare che Leonardo non ha avuto padroni, figurarsi che neppure la sua mente è riuscita a sottometterlo, tanto era forte il suo Essere essenziale o superiore che dir si voglia.

Egli non fu apprezzato, si racconta, soltanto per le sue abilità artistiche e intellettive, ma anche per il suo aspetto fisico, era molto bello e con un corpo prestante, sempre vestito in modo accurato e leggermente stravagante; si crede che gli abiti se li disegnasse da solo. In più era piacevole dialogare con lui, poiché non era mai a corto di argomenti, riusciva a comunicare efficacemente e in modo autorevole.

Ha lasciato un’eredità cospicua espressa nelle sue creazioni e nei suoi pensieri, uno in particolare ha un immenso valore: “Come una giornata spesa a lavorare dà un dolce sonno, una vita spesa bene dà una dolce morte”.

A cura di Maria Grazia Grilli

Fonti:

Lezione di Storia dell’arte moderna del professor Flavio Caroli

Storia dell’arte di Argan

Rai Educational

Foto da www.storia della medicina.net

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