Situazione a rischio collasso nel Settore Ecologia del Comune di Cicciano. I 12 operatori ecologici denunciano l’incertezza costante dei pagamenti e una condizione lavorativa del tutto lontana dalla normativa sulla sicurezza e, a giudicare dal fotoreportage, ben lungi dalla decenza.
E’ un problema di vecchia data quello che attanaglia i dipendenti della Ditta a cui l’Ente ha affidato il recupero dei rifiuti su suolo comunale e che da ormai 1 anno assolve saltuariamente e in maniera discontinua i suoi obblighi remunerativi nei confronti dei dipendenti, anche se da circa 3 anni con altre ditte è capitato.
L’Azienda si giustifica rivalendosi sul Comune che accusa di essere, a sua volta, ritardatario nel versare la somma prevista a saldo del lavoro fornito, generando, in tal modo, il mancato pagamento degli stipendi per gli operatori ecologici.
Insomma, quello che raccontano i lavoratori è un valzer delle responsabilità che, ad oggi, non vede via di risoluzione. Così, nel rimbalzo delle accuse, restano schiacciate 12 persone che non vedono lo stipendio da ottobre.
Ad aggravare ulteriormente lo stato delle cose ci si mette la rovinosa situazione generale in cui gli addetti alla raccolta rifiuti si trovano ad operare: sede cadente e zozza, attrezzature desuete – come nel caso di pc datati che cozzano con il concetto di efficienza e utilità-, camion vecchi, privi di vetri e sporchi mancando la prevista lavatura che dovrebbe avvenire ogni 15 giorni. Più grave –se possibile- l’aspetto sicurezza e pulizia che, parlando di Settore Ecologia, fa quasi rabbrividire: garage automezzi con percolato e pozzanghere, soffitto pieno di crepe, fango e olezzi. Come si può mai accettare la presenza di percolato proprio nel posto da cui dovrebbe provenire la vigilanza e la massima attenzione per la cura del territorio?
Infine resta il capitolo “protezione e sicurezza” sul lavoro. Gli operatori ecologici ci denunciano con mestizia e amarezza la totale assenza di una divisa adeguata alla mansione che svolgono: non sono dotati neppure di scarpe antinfortunistiche o di una semplice mascherina.
Stamane, 2 dicembre, hanno dato vita alla protesta lasciando i rifiuti per il paese, e lo hanno fatto con grande rammarico, consci di aver arrecato un danno alla comunità per la quale, invece, vorrebbero lavorare in modo efficace e preciso.
Il prossimo 11 dicembre lo sciopero si ripeterà cercando, in questo modo, di pungolare Ditta e Amministrazione, quest’ultima affinché prenda una decisa e forte posizione al fianco di lavoratori che vorrebbero poter vivere con dignità ogni giorno dell’anno e, come tutti, godere di quest’aria natalizia che per ora è ben lungi dall’essere di festa. a cura di Rosalba Lisbo Parrella