Ciao 2021: lo show russo che scimmiotta gli stereotipi del Belpaese
Il programma-parodia stile anni ’70-’80 ripropone sketch e successi musicali russi in italiano.
1 ora e 12 minuti. Tanto è durato lo spettacolo di capodanno messo in onda anche quest’anno dal primo canale della Tv russa, spettacolo che si rivela un tributo sui generis, in stile fine anni ’70 – inizio anni ’80, alla cultura musicale italiana. Dopo il successo anche mediatico della prima edizione, Giovanni Urganti (al secolo Ivan Urgant) ci riprova con “Ciao 2021”, un programma in cui personaggi famosi dello spettacolo russo si esibiscono in sketch o in performance canore di hit nazionali, ma in italiano rigorosamente maccheronico (come se fosse stato tradotto da Google Translate), pur sottotitolato a beneficio del pubblico del paese euro-asiatico. Una mistura italo-russa alquanto bizzarra, ma non esente da tratti di pura genialità. Lo show inizia con il piccolo Urganti che recita una improbabile poesia (pedissequa citazione di un noto film russo) e viene ricompensato dal papà, ricoperto da catene da boss malavitoso, con una marionetta di Pinocchio. Urganti adulto presenta quindi i co-conduttori che lo affiancano: Matteo Crustaldi, Alessandro Guddini e la «sessualissima» Allegra Michele. Una dozzina i brani musicali proposti, tra i quali segnaliamo “Il ragazzo con la giardinetta” di Bionda Morta, “Uomo italiano” di Manigi (ovvero Maniža, che ha rappresentato la Russia all’Eurofestival 2021), “Bruci come incendìo (sic!)” di Vincenzo Marlini, “Sanremo” di Vasco Vaculecci e Gaga Rini. E proprio a Sanremo ci sono ripetuti ammiccamenti, non ultimo l’auspicio formulato da Urganti, alla fine del programma, di ritrovarsi proprio lì tra qualche mese. Non mancano neppure i saluti di noti cantanti sanremesi (Toto Cutugno, Albano, Angela e Angelo dei Ricchi e Poveri, Fedez, i Matia Bazar), che per l’occasione provano ad esprimersi in lingua russa sottotitolata in russo, data l’immaginabile incomprensibile pronuncia per il pubblico autoctono.
I brani musicali, secondo il format consolidato, sono intervallati da scene comiche, da pubblicità (a dir poco martellante quella della Pepsi), da una improbabile finale di Miss Italia 2021, che riconferma vincitrice la miss dell’anno precedente – nella finzione, la moglie di Urganti, che a tal proposito infierisce dicendo: «una vittoria onesta» – , dalla presentazione di film, come “Casa Agucci” (parodia di “House of Gucci”), il più atteso dell’anno, e soprattutto “Il commissario di Como”, introdotto dall’attore Sergio Brunello: in un passaggio cruciale del film, il commissario, mentre è intento a cancellare la scritta “La mafia e immortale”, alla stregua di un nuovo Cattani de La piovra, viene barbaramente trucidato da una raffica di proiettili mortali; tuttavia, riesce a trovare il tempo per mangiare un piatto di pastasciutta, per sfogliare “La Gazzetta dello Sport”, per telefonare all’amante: stereotipi tutti del maschio italico, volutamente presentati come tali e pertanto anni luce lontani dalla realtà effettiva dei fatti. Seppure non mancano momenti trash o apparentemente nonsense e finanche di ridanciana condanna del malcostume italico (vedi le inquadrature che indugiano sulle protesiche parti anatomiche della soubrette), l’intento dello show, nella sincera ammirazione del genio del Belpaese, è anche – e forse soprattutto – quello di smascherare stereotipi consolidati, restituendoli alla loro consistenza, che è pressoché nulla. Del resto molte battute per noi indecifrabili contengono espliciti riferimenti al mondo televisivo russo, come ben evidenziato dallo youtuber Stefano Tiozzo, che ha diligentemente commentato le due edizioni del programma e il cui canale (così come il canale della collega Olga) si invita a visitare per ulteriori approfondimenti. Dopo i saluti finali di un deepfake Putin, che invita ad alzare i calici per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo, il sipario si chiude con la sigla finale dedicata al paese tanto amato. Attendiamo speranzosi che esso si riapra per il prossimo capodanno.
Massimiliano Longobardo