Lux non mi dice quanti anni ha. Ci sentiamo telefonicamente, tramite Sandy Bellavista, la speaker di Radio Star 2000, che spesso intervista artisti emergenti e già affermati. A Lux chiedo cose: le sue risposte sono talmente chiare e dirette che mi incuriosisce e non poco. Riguardo all’età, mi risponde che non conta e probabilmente il titolo del suo ultimo singolo è ispirato proprio a quello che sembra essere diventato una sorta di “format della comunicazione”: si incontra una persona, le si chiede l’età, la provenienza, magari che lavoro fa. Poi si classifica, semmai. Succede anche troppo spesso.
Suona da più di vent’anni, ma si è scoperto cantautore nel 2017, con il suo primo album dal titolo “Di passaggio”. Da allora di album ne ha realizzati e pubblicati quattro. Poi, partecipazioni a contest, con numerosi successi, collaborazioni con artisti internazionali, l’inserimento nel Dizionario dei cantautori e delle cantautrici del nuovo millennio. Gli chiedo delle contaminazioni e la risposta è, ovviamente, particolare. Menziona diverse band, soprattutto rock, ma ribadisce più volte che il suo attuale riferimento è la musica folk Armena, quella fatta con il Duduk e mi nomina Levon Missanian.
“Mi piace pensare che abbiamo diverse età: mentale, emotiva, spirituale, biologica, sessuale e così via. Per questo non chiedo e non dico l’età. Questo è in linea con la tematica del mio ultimo singolo. Siamo esseri ignoti e l’età è un’etichetta che ci fa mettere le persone in determinate scatole e da quel momento smettiamo di conoscerle realmente, nell’intimità dell’essenza.”
Lux è geniale. Ama Battiato, Sakamoto, Piovani e i Dream Theater. Interpreta i suoi pezzi con un atteggiamento ironico, utilizza testi complessi e ipertrofici, le strofe sono fiumi in piena. La musica è ricercata, caratterizzata da battute in controtempo, melodie elettroniche e variazioni tonali che trasmettono perfettamente il senso dei suoi brani. In “Che ne sai tu?” si diverte, soprattutto nel video, realizzato da Giovanni Loporcaro e Shark production, nel quale si avvicendano un rapper, una lady un po’ dark e un gommista, senza un preciso criterio, in maniera volutamente confusionale. Che ne sai tu di chi possano essere? Che ne sai tu della mia personalità? Io sono tutti. Io sono nessuno. “Se quello che hai vissuto è sparpagliato, ti devo salutare… Se quello che hai compreso non ti ha smosso, non gli hai dato valore”. I testi mi hanno incuriosito ed ho scoperto un mood artistico che mi ha entusiasmato.
Del resto, se nella tua musica ci metti personalità e soprattutto se non ti poni limiti o “strutture formali” puoi piacere e non piacere, ma resti genuino. E originale.
L’ultimo singolo potete ascoltarlo qui. Tra qualche mese uscirà anche il quinto album. Stay tuned.
A cura di Clemente Scafuro
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