Mancano poche ore all’apertura dei 32mi Giochi Olimpici, stravolti dall’evento Covid-19 e, come per altri grandi eventi, rinviati di un anno. Le squadre olimpiche stanno raggiungendo Tokio e l’Italia è tutta presente: poche ore fa anche Federica Pellegrini ha raggiunto i suoi colleghi, andando a completare l’elenco dei 384 che cercheranno di dare continuità alla striscia di risultati positivi che quest’anno la nostra nazione sta ottenendo. Sarà di buon auspicio l’augurio che i vincitori degli Europei hanno rivolto agli atleti? Noi, da Italiani, lo speriamo. Le statistiche indicano 29 potenziali podi nel peggiore dei casi, mentre la prospettiva più rosea supera le 40 medaglie, ben 13 in più di Rio 2016. E’ vero che quest’Olimpiade nasce e si svolge tra infinite incertezze e qualche forfait eccellente e questo potrebbe favorire atleti di “seconda linea” che potrebbero approfittare della grande opportunità. Vediamo, però, nello specifico, a quali medaglie punta maggiormente il nostro Team. Non dovrebbe deludere Paltrinieri, con gli 800, i 1500 e i 10 km in acque libere; idem per la squadra di scherma con Foconi, il trio Volpi-Errigo-Batini, Fiammingo e qualche sorpresa che in realtà tanto sorpresa non dovrebbe essere; tornando alle vasche, la veterana Pellegrini dovrebbe contribuire significativamente al medagliere, insieme alla Quadarella, a Pilato, Panziera e, perché no, al Settebello, che ci ha piacevolmente abituati ai metalli. Nel judo si punta su Lombardo, nella ginnastica artistica su Vanessa Ferrari; i cronometri dovranno essere favorevoli a Filippo Ganna e poi altre gratificazioni potrebbero arrivare dal Karate (Busà), dall’arrampicata, dal surf, dal Tae Kwon Do con Vito dell’Aquila.
Più incerta dei podi in generale, è la situazione legata alla sicurezza sanitaria di questi giochi olimpici: fino a qualche mese fa, lo scetticismo di buona parte dei giapponesi è diventato ostile all’organizzazione dei Giochi e nelle ultime settimane i numeri relativi al contagio sono aumentati vertiginosamente: ad oggi vi sono più di 50 casi positivi all’interno delle strutture olimpiche, mentre in tutto il Giappone il tasso di positività raggiunge cifre che in parte smentiscono la brillante e funzionale campagna di contenimento che proprio lo stato nipponico ha messo in atto lo scorso anno, risultando tra le migliori al mondo per efficacia ed efficienza. Il clima di tensione ha portato quindi al dissenso popolare nei riguardi dei Giochi, qualche volta anche a manifestazioni di protesta e anche i rappresentanti politici decidono di esprimere, seppur in maniera più diplomatica e meno diretta, il proprio “no” nei riguardi dell’Olimpiade. L’imperatore Naruhito non ha utilizzato in alcun discorso il termine “festa” per ribadire il concetto negativo che si vuole imporre a questi giochi che più che Olimpici, sembrano essere diventati “della discordia”. Contribuisce ad accentuare il senso di negatività anche il licenziamento del direttore artistico della cerimonia, il comico Kobayashi, a causa di alcune battute antisemite espresse nel 1998. Tutto questo a 24 ore dalla cerimonia di apertura. A questo punto, sembra che l’Olimpiade di Tokio sia qualcosa che invece di rilanciare e promuovere lo sport e tutto ciò che ne consegue (economia compresa), sia una noia che prima finisce, meglio è.
Per chi ama lo sport, forse sarà meglio seguire esclusivamente le piste, le vasche, i circuiti, piuttosto che la cronaca degli eventi al di fuori delle competizioni. Ci andrebbe a rimettere proprio lo spirito olimpico, quello battezzato nella poesia greca di Pindaro 26 secoli fa e che De Coubertin ha ripreso e reinterpretato, mettendo in risalto il principio della partecipazione e non quello della vittoria. Partecipazione: è questo il problema principale. Nella prima Olimpiade posticipata e non annullata della storia, la partecipazione delle squadre di atleti è pregiudicata da un virus e dal timore di esso. Ogni giorno si lavorerà in un clima di incertezza, con il rischio che all’improvviso la prefettura della capitale giapponese disponga l’interruzione dei Giochi. Noi di Streetnews.it, nel frattempo, seguiremo tutta l’Olimpiade, auspicando di raccontare di un medagliere che in tempo di Covid ha segnato qualche record storico e, in fondo, anche della cerimonia di chiusura di questi Giochi che passeranno alla storia più per il disagio provocato che per lo spirito che li anima da secoli.
A cura di Clemente Scafuro.