Ancora spazio alla rubrica “ Street Stories “, una nuova persona da incontrare per farsi raccontare un episodio, una propria esperienza, un po’ di sé. Dall’altra parte però oggi c’è qualcuno che conosco e, seppur minimamente, conosco anche la sua storia. Una storia che non avevo mai approfondito, per delicatezza non ero scesa nei dettagli, non avrei voluto rinnovare il dolore. Al telefono c’è Davide Napoletano, il direttore di “ Streetnews “, il quotidiano per cui scrivo. “ Fai finta di non conoscermi e racconta “, gli dico. E’ proprio questo probabilmente il difficile, vincere l’imbarazzo e mettere sul foglio le emozioni.
“ Si tratta di mio fratello gemello, Vincenzo, che purtroppo nel 2007 ci ha lasciati a soli 19 anni per una grave malattia. E’ iniziato tutto quando aveva 16 anni, era con un amico al bowling, durante la partita avvertì un malore, sudava, svenne, l’amico ebbe paura ed appena vide che si rianimava anziché portarlo al pronto soccorso lo accompagnò a casa in motorino, probabilmente sarà stata l’aria fresca, fatto sta che mio fratello una volta giunto da noi si era completamente ripreso, pensammo si trattasse di un malessere momentaneo invece dopo una settimana si sentì nuovamente male e subito lo conducemmo in ospedale. Seguirono vari accertamenti fin quando arrivò la diagnosi agghiacciante “ leucemia linfoblastica acuta “. Inizialmente non riuscivamo neppure a capire l’entità di ciò che stava accadendo ma la cosa che accomunava me ed i miei familiari era quella di combattere e di fare tutto il possibile affinché Vincenzo guarisse.
Da quel momento abbiamo girato diversi ospedali, ho visto realtà che non conoscevo, situazioni drammatiche che ti fanno riflettere, quando andavo a tenergli compagnia approfittavo anche per fare animazione ai bambini ricoverati, un periodo molto duro durante il quale si alternarono fasi di ripresa a sofferenza totale, abbiamo provato ogni possibilità di cura perché si salvasse, io gli ho donato il midollo osseo per ben due volte. Piangevo, pregavo, avvertivo un senso di solitudine, mia mamma era sempre in ospedale, mio padre lavorava e correva lì, la casa sembrava vuota. Purtroppo il 6 gennaio 2007, dopo 3 anni di calvario, all’ospedale di Milano, Vincenzo morì tra le braccia dei miei fratelli Daniele e Claudia. Il mio cuore in quel momento si è lacerato. Gli mettemmo la tuta della sua squadra preferita, l’Inter, il berrettino… E’ così che lo immagino adesso, sereno, che passeggia e si diverte a giocare a pallavolo, uno degli sport che amava tanto.
Ogni sera quando sono in cameretta guardo il quadro che lo ritrae, ricordo ancora le sue parole, era un ragazzo molto maturo, consapevole di ciò che stava accadendo, mi diceva di fare sempre il bene, di non mollare, di credere nei sogni e di realizzarli, che Dio aveva bisogno di lui , sarebbe diventato la mia stella, che sempre avrebbe vegliato su di me. Ho fatto tesoro delle sue parole ed è proprio questo l’insegnamento che intendo dare a chi legge: di non fermarsi, non demoralizzarsi mai! Alcune volte ci sono ostacoli che appaiono insormontabili ma con la forza d’animo si riescono a superare. Ogni anno organizzo un evento in memoria di Vincenzo “ L’Amore conta “, il 25 febbraio prossimo avrà luogo la terza edizione, un’occasione attraverso il quale unire lo spettacolo alla solidarietà, abbiamo una giusta causa e parte dei proventi è sempre devoluta in beneficenza, quest’anno l’associazione a cui andrà parte dell’incasso è l’ “AIRC “.
Sono un organizzatore di eventi, lavoro in una struttura per bambini autistici spastici come operatore socio sanitario specializzato, sono direttore del quotidiano “ Streetnews “ e in tutto ciò che faccio metto una buona dose d’amore, chi lo dona può fare tanto e si sente appagato “.
Vincenzo è volato via troppo presto ma nella sua breve vita ha avuto modo di accumulare un patrimonio inestimabile d’amore che cresce e riempie il cuore di tutti…
Vi parlo di mio fratello,
vi racconto la storia che non avrei voluto mai raccontare.
Vi parlo di lui,
gioca a palla tra le stelle
e fa scintille per far luce se di notte ho più paura.
Vi racconto di chi attraverso un tuono
mi sta prendendo in giro con una gran risata,
che col vento mi accarezza
e col sole dà più calore.
Colui che vede tutto da una diversa prospettiva,
la più giusta.
Non è lontano!
Pulsa in alto, a sinistra, a pochi passi da qui.
Vi parlo di mio fratello,
il mio gemello,
l’altra parte di me,
la migliore…
quella che vive in cielo…
di Margherita Saporito
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