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I bambini non si toccano neppure con lo sguardo

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I bambini non si toccano neppure con lo sguardo

I bambini non si toccano neppure con lo sguardo, è un pensiero che dovrebbe vivere nella mente e nel cuore di ogni persona, sempre.

Raccontare la propria storia, di maltrattamenti e abusi, è un diritto e qui ora puoi farlo, nello spazio a te dedicato. 

La lettera, che leggerò personalmente, verrà pubblicata su streetnews.it

Ovviamente, si può scegliere se si preferisce la pubblicazione in anonimato oppure no, dichiarandolo con una nota in calce alla lettera.

Alice Miller ha scritto nel suo libro “La fiducia tradita”: “… all’inizio degli anni Ottanta, alcuni periodici e quotidiani mi hanno chiesto di scrivere degli articoli. Non appena facevo però sapere che intendevo parlare della violenza nell’ambito della famiglia, l’interesse alla mia collaborazione svaniva completamente. L’unica eccezione è rappresentata da una redattrice del settimanale “Brigitte” che, nel 1982, riuscì a imporre, anche contro le resistenze di alcuni colleghi, la pubblicazione di un mio articolo sugli abusi sessuali commessi ai danni dei bambini. L’articolo si intitolava: “Le figlie non tacciono più” ed è stato in seguito ripreso in una riedizione di Il bambino inascoltato. Riferiva del coraggio con cui alcune donne statunitensi avevano pubblicamente esposto le storie delle gravi violazioni sofferte nella loro infanzia: lo avevano fatto per non dover più a lungo vivere da sole con questo segreto terribile e devastatore, ma anche per sollecitare col loro esempio altre donne a contribuire all’abbattimento del muro di silenzio con cui la società si scherma dalla possibilità di conoscere cosa avviene nell’infanzia. Quelle donne avevano capito che la presunta protezione offerta dal muro ha effetti distruttivi su coloro che sono sopravvissuti ai maltrattamenti, e che – in termini quantitativi – questi sopravvissuti costituiscono più della metà dell’intera popolazione.”.

Naturalmente per mettere fine a certe vicende c’è bisogno di ben altro che raccontare la propria storia. È necessario uscire dall’ipocrisia di considerarsi evoluti, colti, educati. Chi è evoluto, colto, educato si muove in modo potente per far sì che tutti/e lo diventino.

E siccome così non accade è evidente che si è nella parte oscura dell’evoluzione, della cultura e dell’educazione, praticamente si sguazza nella formalità e non nella sostanza. L’oscurità è capace di oscurare ogni forma di bellezza.

Dicono che la fede muova le montagne e aggiungono: anche la paura muove le montagne. Certamente non nella stessa direzione, si presuppone.

Raccontare qualcosa di sé è sempre un dono e chi lo riceve può trarne beneficio.

A cura di Maria Grazia Grilli

Foto Nicoletta Diamanti

Grafica Emy Gargiulo

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