Due personalità di grande spessore artistico messe insieme per la prima volta in una mostra virtuale che parla di luce, di colore, di attraversamenti, di ombre e di speranza.
Opere che apparentemente sembrano appartenere alla stessa “famiglia”, sembrano avere in comune un mondo ed invece, approfondendo le singole tematiche care ai due artisti, le divergenze appaiono evidentissime.
Un universo comune è da ricercare nella luce, nell’influenza della luce californiana sulle opere e nella pratica del surf come modo di vivere e come spiritualità.
Forse un comune background estetico ispirato dalle sperimentazioni minimaliste e di hard-Hedge di John McLaughlin indirizza la ricerca di entrambi verso un tipo di arte astratta fatta di piani di colore alternati a piani di “luce” che sembrano inseguirsi all’infinito e che conducono ad una introspezione quasi meditativa sul rapporto tra uomo e Natura intesa come energia di luce, come esperienza immersiva in una atmosfera di luce rarefatta che li lega al movimento tutto californiano di Light and Space.Due
Ma le connessioni finiscono qui; Il linguaggio di Evans è maggiormente rivolto ad una astrazione che trova il proprio fondamento nell’esperienza quotidiana del confronto con la potenza naturale dell’oceano attraverso la pratica del surf. Una pratica che diventa filosofia di vita; rapporto con lo spazio come spazialità dell’oceano e rapporto con la luce che da esso si riflette. Un legame ad un universo naturalistico che in Evans rifugge da qualsiasi supporto descrittivo, ma che si consolida attraverso l’alternanza di campi di colore e campi di luce.
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