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25 settembre 2022

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25 settembre 2022

La data che spinge ad affrontare l’argomento più spinoso degli ultimi, troppi, anni: la politica, un po’ rivista e corretta, per certi aspetti, da numerosi politici che la gradiscono con “abiti” non appropriati, in alcune occasioni.

Verrebbe voglia di non aggiungere altro e chiudere qui, perché in fondo cosa si potrebbe dire che non sia già stato detto?

È posiibile trovare uno spiraglio per continuare, forse, solo partendo da lontano, anzi da lontanissimo.

Sembra che alcuni politici siano abbastanza invaghiti, fraintendendoli, di Aristotele e Platone che se fossero vissuti in questi nostri tempi, qualcosina, ‘na‘nticchietta, di diverso, sulla politica, l’avrebbero detta e scritta, ma, certamente, potrei sbagliarmi.

Per quanto riguarda Aristotele, “Bignaminando”, si potrebbe affermare: la famiglia si trasforma in un “Villaggio”, diventando poi un insieme di “Villaggi” composti da più famiglie che danno vita allo Stato, il fine ultimo della politica per la costruzione di una società giusta che contempli la felicità di tutti/e. E gli/le schiavi/e? “C’è chi nasce per comandare e chi per obbedire”. Ancora? Ne vogliamo tenere conto come tempi lontani o vale tuttora la schiavitù? Qualche “Strascichetto”, in giro per il mondo, lo si nota.

E la felicità? Molte persone non la trovano per svariati motivi, ma anche perché parecchi politici pensano soltanto alla propria e a quella dei loro sostenitori. Si potrebbe chiamare felicità ad personam.

Come si può andare a votare in questo “stato”? Volutamente minuscolo.

Appare chiaro che la società e di conseguenza la famiglia o viceversa, abbiano subito trasformazioni incredibili, passando dal matriarcato al patriarcato, dalla poligamia alla monogamia, non ovunque ovviamente, dal tutti in famiglia fanno sesso con tutti al non si fa sesso con i consanguinei. Non credo di dover continuare?

Ormai persino i bambini di tre anni sanno spiegare quali siano le peculiarità della politica e dei politici in grado di creare valore, così come riuscirebbero a individuare ciò che arreca danno.

E non si tratta soltanto dell’Italia, ovvio, ma della politica spalmata sulla terra come la marmellata. C’è a chi piace il burro di noccioline e sia.

Tutto potrebbe avvenire, nel mondo, come in una famiglia, perciò potrà capitare che qualcuno sia un po’ strano, particolare o abbia delle fisime o che addirittura sia pericoloso per sé e per gli altri. Quindi bisognerà trovare soluzioni, ricordando che si tratta di una persona di famiglia. Questo è fondamentale e a volte sfugge. È sotto gli occhi di tutti che il valore della famiglia, quello vero, è rovinosamente crollato. A volte si specula e si parla della famiglia in modo, leggermente, coercitivo, intendendo: moglie, marito e figli, che legalmente e per convenzione o se si preferisce per tradizione e per la riproduzione della specie funziona da millenni, ma appare, lievemente, riduttivo alla soglia del 3000, no? Attenzione, il desiderio non è che la famiglia classica debba sparire.

Va bene il dizionario, ma diciamo che c’è qualcosa oltre il significato. E Cosa c’è? Il bene e l’amore che dovrebbero scorrere ininterrottamente in una famiglia, in un villaggio, in tutti i villaggi, fino ad arrivare allo Stato e fluire tra gli esponenti di correnti politiche, diventate ormai veri e propri spifferi, che occorrerebbe garantissero con il loro impegno: diritti, libertà e felicità a tutti/e. Il bene ha a che fare innanzitutto con l’affetto, ma, si sa, ormai si vive in famiglie e società anaffettive e allora “Buonanotte” e speriamo di svegliarci nel tardo pomeriggio.

Che politica è quella che non si fa mancare una buona dose di corruzione o di compiacimento degli istinti bassi della gente? Che politica è quella che strumentalizza Dio, la Madonna e tutti i Santi? Che politica è quella che si bea degli estremismi? Rossi o neri poco importa. Che politica è quella che si entusiasma per la gestione dell’economia a favore dei “Padroni” con l’aria da dominatori assoluti? Che non ricordano, certamente, Adriano Olivetti. Per dirla fino in fondo, padroni di qualche “azienduccia” o poltroncina che nulla ha a che vedere con l’essere padroni di sé stessi, però a parte la filosofia e Olivetti che ora risulterebbero un argomento troppo vasto e tempo non ce n’è, il 25 settembre è alle porte, squillino le trombe e si faccia ciò che va fatto, ognuno con la propria, si potrebbe dire, “Coscienza”, ma sembrerebbe fuori moda, probabilmente.

La speranza è che si celebri un matrimonio tra l’etica e la politica.

Nel frattempo può risultare inutile giudicare, lamentarsi o tentare di farsi venire delle idee, poiché tanto i faziosi le stroncherebbero e non di certo argomentando, ma sicuramente isolando chi provasse a voler cambiare qualcosa.

Si sa già come andrà a finire, basandosi, approssimativamente, sul passato prossimo e bisogna stare attenti, perché da un momento all’altro potrebbe peggiorare. O migliorare? Chi lo dice? Si faccia avanti con prove alla mano.

Tra pessimisti e ottimisti, “Carta vince, carta perde”, che sia fatta la volontà meno peggiore tra le peggiori?

Il 25 settembre sarà come andare al circo? Qualcuno lo pensa anche se non lo dice. Si potrebbe credere che i clown siano pronti e il resto della combriccola pure, tutti presenti, anche gli spettatori seduti a guardare e si può stare sicuri che alla fine un bell’applauso non mancherà.

Una visione un po’ sui generis, ma come si sa le visioni nascono osservando da un punto di vista, a ognuno il suo e via discorrendo, camminando e calpestando questa terra.

Potremmo vivere come se fossimo tutti parenti, non dico e non l’ho detto “come fratelli e sorelle”. Purtroppo siamo, in qualche caso, parenti serpenti.

Arriverà l’ora dei parenti senza serpenti, si auspica.

Intanto il 2023 è alle porte e in totale fa 7 e il sette che ve lo dico a fare. C’è da rilevare che persino il 6 del 2022 è un numero speciale.

Del resto 25 fa 7 e settembre ha in sé il 7.

Ne vedremo delle belle “Bubù settete”.

A cura di Maria Grazia Grilli

Immagine: Comune di Bari

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